Confisca beni Trubia, perizia da integrare: perito sarà nuovamente sentito dai giudici

 
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Gela. Ci sono ulteriori verifiche da svolgere per arrivare alla quantificazione effettiva dei beni del pastore Maurizio Trubia. Il tribunale delle misure di prevenzione di Caltanissetta, in primo grado, ha disposto la confisca ma in appello la difesa, sostenuta dall’avvocato Nicoletta Cauchi, ha chiesto e ottenuto un nuovo esame del perito che si occupò degli accertamenti patrimoniali. L’esperto, questa mattina, ha confermato che gli approfondimenti furono condotti in mancanza di una parte della documentazione. Per la difesa, potrebbe essere decisiva ai fini di accertare se effettivamente ci fu una sproporzione tra le disponibilità di Trubia, ritenuto vicino ai clan di mafia, e l’attività lavorativa svolta. La confisca toccò soprattutto le pertinenze della sua azienda di allevamento, oltre a conti corrente e immobili. Secondo gli inquirenti, sarebbero stati ottenuti per il tramite di introiti illeciti.

Il legale del pastore, invece, ha sempre ribattuto sul punto, spiegando che i beni sarebbero di natura lecita. I giudici di secondo grado hanno autorizzato un’integrazione degli atti documentali e il perito verrà nuovamente sentito a maggio. La richiesta di confisca, accolta in primo grado, era stata avanzata dalla questura di Caltanissetta.

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