Consiglio e rimborsi, è ancora polemica: “Risparmio? Prima bisogna applicare le regole”

 
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Gela. Conclusa per la caduta del numero legale dopo le due della notte e riconvocata per lo stesso giorno, ovvero lo scorso mercoledì. “In questo modo si risparmia sui rimborsi”. Una scelta, quella del segretario generale di Palazzo di Città Pietro Amorosia e del presidente del consiglio Alessandra Ascia, che ha creato non poche polemiche in aula. “Il segretario generale – spiega il presidente Ascia – ha scelto di convocare la seduta per lo stesso giorno facendo leva sulla normativa che lo consente. In questo modo, peraltro, riusciamo a ridurre i costi dei rimborsi che spettano alle aziende per le quali lavorano i consiglieri, dipendenti privati. Se si fosse convocata la seduta a ventiquattro ore di distanza, avremmo dovuto rimborsare sia il giorno di riposo che spetta per legge ai consiglieri sia l’eventuale assenza dal posto di lavoro, prevista sempre dalla legge, durante la giornata fissata per svolgere la successiva seduta di consiglio comunale”. Una decisione, quindi, che si lega anche ad esigenze di risparmio.

“La norma non è prevista nè nello statuto nè nel regolamento”. “Risparmio? Non credo che gli eventuali rimborsi, peraltro spettanti solo alle aziende dei consiglieri che siano anche dipendenti privati, pesino in maniera così preoccupante sulle casse del Comune – spiega il consigliere Giovanni Panebianco – è una questione di legittimità. La regola applicata dal segretario generale non è prevista né nello statuto dell’ente comunale né nel regolamento del consiglio. Quella seduta, senza un avviso di convocazione, era nulla. Cosa sarebbe successo se, in aula, avessimo approvato il debito fuori bilancio da due milioni di euro sui rifiuti e qualcuno avesse deciso d’impugnare l’atto? C’era il rischio di un danno erariale enorme”.

“La seduta era nulla”. Una linea seguita anche dall’indipendente Carmelo Casano. “Altro che rimborsi alle aziende! – dice – non si possono convocare sedute di consiglio comunale, dopo la caduta del numero legale, a meno di ventiquattro ore di distanza. La seduta di mercoledì, come ho ribadito in aula, era nulla e avremmo potuto subire conseguenze enormi se fosse stato approvato il debito fuori bilancio sui rifiuti. Le regole ci sono e vanno applicate in maniera corretta. Peraltro, le contestazioni sono arrivate da consiglieri comunali, compreso il sottoscritto, che non sono dipendenti di aziende private e, di conseguenza, non avrebbero neanche interesse a sollevare la questione”.    

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