Da anni precari senza soluzione: Giudice, “Politica aiuti questi lavoratori”

 
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Gela. 65 lavoratori precari da anni aspettano la stabilizzazione. Sono ex articolisti identificati anche dietro sigle che spesso sono acronimi dei cosiddetti Enti con bilancio derivato dalla Regione che ne garantisce parte dell’introito.

“La loro posizione è decisamente delicata e complicata – ammette Ignazio Giudice, segretario generale della Cgil, Camera lavoro di Gela – Il loro futuro è strettamente legato alla sensibilità del governo regionale di programmare capitoli di spesa indispensabili a garantire un futuro a questi lavoratori”.
Sul loro futuro ha acceso i riflettori Gianpiero D’Alia, ministro per la Pubblica amministrazione e la semplificazione, che non ha esitato a lanciare accuse al mondo politico che con i “precari” avrebbe alimentato una sorta di rapporto clientelare facendo leva sul bisogno di questi lavoratori. A Gela, sostanzialmente, i 65 precari ruotano su tre precisi Enti. L’Irsap (ex Asi) che complessivamente ne ospita 32, 27 dei quali fanno parte del progetto dei Lavoratori socialmente utili (Lsu). Ulteriori 30 unità operano per il presidio ospedaliero Vittorio Emanuele che fa capo all’Asp e altre 5 sono lavoratori del consorzio di Bonifica 5.
“Qualche anno fa – prosegue l’esponente della Cgil, Giudice – hanno firmato un processo di stabilizzazione che attraverso un contratto a diritto privato gli permette di lavorare per cinque anni in part-time. La speranza è che la norma regionale con la relativa copertura finanziaria consenta a questi enti, che vivono attraverso il bilancio regionale, di poter fare proseguire stabilmente il lavoro degli ex articolisti. Il popolo dei precari in città – sottolinea – in verità era più grosso e comprendeva lavoratori a carico del Comune. Con l’allora sindaco Rosario Crocetta, furono assorbiti un centinaio di lavoratori grazie alla Ghleas multi servizi spa. Quell’intervento consentì di garantire stabilità a molte famiglie – precisa – grazie alla possibilità per le amministrazioni comunali di fare ricorso a una società municipalizzata”.

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