Debiti non pagati, minacce al titolare di un bar di Manfria: “Sull’auto c’era il caricatore di una pistola”

 
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Gela. Una serie di minacce ai danni del titolare di un bar nella zona di Manfria, con tanto di armi al seguito. La spedizione a Manfria. A processo, sono finiti padre e figlio, proprietari di una società d’ortofrutta, impegnata anche nel commercio con l’estero. Difesi dall’avvocato Luigi Cinquerrui, devono rispondere alle accuse davanti al giudice Ersilia Guzzetta. Parti civili, con gli avvocati Francesco Castellana e Samantha Rinaldo, invece, si sono costituiti le vittime delle presunte minacce. In base a quanto ricostruito dagli agenti di polizia del commissariato, tutto sarebbe nato da crediti non rispettati. Pagamenti che il titolare del bar, a sua volta impegnato nel commercio d’ortofrutta con l’est Europa, avrebbe tardato a saldare in favore dei due imputati. Da lì, la presunta spedizione punitiva. Una pistola sarebbe stata puntata in faccia anche ad un conoscente del titolare dell’attività commerciale. Gli imputati, infatti, non riuscirono subito a trovare l’uomo. Nel corso dell’ultima udienza, è stato sentito uno degli agenti di polizia impegnati nelle indagini scattate dopo le prime segnalazioni. “A bordo di un’auto civetta – ha detto – fermammo un suv. All’interno, c’era anche uno degli imputati. Trovammo un caricatore nascosto”. Il teste ha risposto alle domande della difesa e a quelle del pm Tiziana Di Pietro. Intanto, la decisione sul caso potrebbe arrivare già alla prossima udienza fissata per il 15 aprile.

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