“Il congresso va fatto e il segretario deve parlare di Eni con i nazionali”: Arancio chiama a raccolta i suoi

 
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Gela. “Ho apprezzato la scelta sia dei consiglieri comunali del Pd sia del presidente dell’assemblea provinciale Carlo Romano sul caso Eni. Hanno lanciato un chiaro segnale ai vertici nazionali del partito”.

“Il congresso va celebrato”. Il deputato regionale democratico Giuseppe Arancio, però, ritiene comunque essenziale il congresso di domenica nonostante l’autosospensione dei consiglieri comunali. “Sono del parere – spiega – che il congresso, nonostante la vertenza in atto, debba tenersi. E’ fondamentale scegliere una segreteria cittadina che dovrà subito avviare contatti con quella nazionale. Solo in questo modo, sarà possibile aprire gli occhi di chi, ancora oggi, sembra non vederci bene”.

“Nessuno si è accorto dei soldi investiti da Eni…”. Arancio, che ha preso parte all’audizione davanti alla commissione attività produttive dell’Ars insieme ai consiglieri dello stesso partito Vincenzo Cirignotta e Salvatore Gallo, lancia evidenti messaggi anche ad Eni. “L’azienda – spiega – ha ribadito di aver investito circa 200 milioni di euro, così come indicato nel protocollo di due anni fa. Il problema, però, è che nessuno se n’è accorto. Da questo punto di vista, dato che l’azienda ha nuovamente sollevato la questione delle autorizzazioni, siamo pronti a collaborare per ridurre al minimo i tempi. Davanti a questa vertenza, non ci sono colori politici. Non a caso, collaboriamo con il collega Pino Federico anche se siamo riferimento di due partiti diversi”. Intanto, Arancio ha già avviato l’iter anche per cercare di modificare la normativa regionale in materia di Consorzi di bonifica. “Sono vicino agli operatori che hanno manifestato – conclude – so bene che si sono alzate le tariffe per le forniture idriche ma il problema nasce all’origine, ovvero nella scelta della regione di rendere finanziariamente autonomi i consorzi che fanno già molta fatica ad assicurare i servizi essenziali. Stiamo provvedendo a proporre modifiche da portare in aula all’Ars”. 

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