Il flop dei punti di raccolta costato 50 mila euro: “Troppe anomalie negli affidamenti”

 
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Gela. Otto punti di raccolta, rimasti attivi solo per qualche settimana e trasformati in vere e proprie discariche a cielo aperto, sono costati quasi 50 mila euro. Somme finite dalle casse comunali

a quelle dell’azienda Tekra, come confermato dalle fatture appena rilasciate al consigliere Terenziano Di Stefano che, insieme agli altri esponenti di Articolo 4, per diverse settimane ha chiesto di poter visionare la documentazione. Fatture, adesso, rese note.
“Cinquantamila euro per un servizio fallimentare – spiega Di Stefano – sono un’anomalia evidente. Peraltro, le anomalie, in tutta questa procedura, certamente non mancano”.
Il consigliere punta il dito anche in direzione dei circa 80 mila euro pagati alla società campana per la pulizia dell’area del costone di via Romagnoli.
“Vorrei capire – continua – in base a quali criteri sia stato affidato questo lavoro. C’è stata una chiamata diretta? Non è un servizio ricompreso nel capitolato d’appalto”.
In media, mensilmente, almeno dallo scorso giugno, l’azienda incaricata del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti incassa circa 450 mila euro per lo svolgimento dell’attività. “Le fatture che ci sono state fornite – conclude il consigliere – non ci convincono per nulla. Non vengono indicate le singole voci e gli importi pagati per ciascun servizio. Ci sono soltanto cifre complessive. A questo punto, informeremo chi di dovere, compresi i magistrati della procura”.

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