Il pentito mente, assolti dall’accusa di omicidio un commerciante e Rinzivillo

 
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Gela. Erano stati accusati da un solo collaboratore di giustizia di essere mandante ed esecutore materiale di un omicidio avvenuto nel settembre del 1989 a Grammichele. La corte d’Assise d’Appello di Catania ha ribaltato la sentenza di primo grado, ed ha assolto Antonio Rinzivillo e Michelangelo Romano.

I due, assistiti dai legali Flavio Sinatra, Cristina Alferi e Maurizio Catalano, erano stati condannati in primo grado a 30 anni di carcere. La vittima è Roberto Silvani, ucciso per errore da un killer solitario. A freddarlo, secondo quanto dichiarato all’epoca da Filippo Bilardi, sarebbe stato proprio il commerciante di ortofrutta Michelangelo Romano. Una accusa pesantissima per un uomo che fino ad allora era assolutamente incensurato. Bilardi sostenne che il mandante era Antonio Rinzivillo, mentre un teste gli raccontò che l’omicidio venne commesso da un sicario le cui sembianze erano simili a quelle di Romano. Ed in primo grado la corte d’Assise di Catania condannò entrambi a 30 anni di reclusione.

Ieri invece il verdetto è stato ribaltato. Con una formula ampia la corte ha assolto entrambi. La vittima designata, secondo sempre quanto riferì Filippo Bilardi, era tale Argetta. Romano per anni ha dovuto convivere con l’accusa di essere considerato un assassino pur sapendo di essere innocente.

Le accuse non hanno trovato alcun riscontro. E ieri la corte d’Assise d’appello di Catania ha accolto il ricorso dei legali difensori, chiudendo una fase processuale da incubo per Romano e Rinzivillo. Resta il fatto che una persona è stata uccisa nel 1989 e non si conoscono gli autori.

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