Illuminazione pubblica e Timpazzo, appalti milionari e veleni: le accuse si sgonfiano?

 
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Gela. La gestione dell’illuminazione pubblica in città per 44 milioni di euro e l’ampliamento della discarica di Timpazzo.

Appalto per l’illuminazione pubblica verso la schiarita. Due appalti milionari, uno bandito dall’amministrazione Fasulo e l’altro, invece, dagli uffici regionali, che nelle ultime settimane hanno suscitato non pochi clamori. Al centro di una serie d’approfondimenti amministrativi e polemiche, più o meno mediatiche, c’è anche il Consorzio Cooperative Costruzioni di Bologna. Il maxi consorzio che raggruppa circa trecento cooperative sparse in tutt’Italia, infatti, si è aggiudicato l’appalto per l’illuminazione pubblica attraverso la controllata toscana Cellini ed è risultato primo in graduatoria per i lavori a Timpazzo insieme al consorzio Agorà di Acireale. L’illuminazione pubblica in città affidata ai privati, negli scorsi mesi, è stata al centro della polemica politica e i tecnici comunali avevano stoppato l’assegnazione a causa di una serie di presunte irregolarità amministrative che coinvolsero anche un’azienda locale facente parte dell’associazione temporanea d’imprese vincitrice. Stando ai funzionari comunali, sarebbero emerse gravi violazioni in capo all’azienda locale “rispetto agli obblighi relativi al pagamento delle tasse e delle imposte, secondo la legislazione italiana, con cartelle esattoriali immesse nel ruolo relativamente agli anni 2008 e 2010, nonché tre partite di ruolo nell’anno d’imposta 2009 per le quali risulta in corso un piano di rientro concesso da parte del concessionario Riscossione Sicilia spa”. Insomma, irregolarità fiscali non indicate in fase di gara. Adesso, però, sembra arrivare il via libera direttamente dal sindaco Angelo Fasulo che, durante la conferenza stampa di fine anno, ha voluto chiarire. “Presto – ha detto – sarà definito il contratto per l’affidamento bloccato a causa di presunte irregolarità”. Quindi, l’allarme sembra rientrare.

Chi ha scritto la lettera sul caso Timpazzo? Stessa sorte e stesso consorzio, quello bolognese Cooperative costruzioni, nella spinosa vicenda dell’appalto per i lavori d’ampliamento della discarica di Timpazzo, appena riaperta. Dopo la lettera fatta recapitare, tra gli altri, al presidente della regione Rosario Crocetta e ai magistrati della procura di Palermo, con mittente i manager veneti della Cesaro Mac Import, che almeno dieci giorni prima della decisione sull’affidamento dei lavori indicava i vincitori della gara, arriva il dietrofront. Il gruppo veneto, addirittura, precisa in una nota ufficiale che “la lettera citata, ricevuta dalla scrivente solo in data 19 dicembre 2014, non è su carta intestata della Cesaro Mac Import e non è firmata ma è redatta in termini tali da farla apparire risalente allo scrivente di cui vengono, in modo illecito, usurpati la qualifica di legale rappresentante ed il nome della società”. Quindi, un falso solo per gettare discredito sull’Ati composta dal Consorzio cooperative costruzioni e dal consorzio Agorà? I manager veneti, così, hanno deciso di “presentare esposto al procuratore della repubblica presso il Tribunale di Palermo perché assuma tutte le iniziative necessarie per accertare la effettiva paternità dello scritto e perseguire l’estensore per i reati che potessero derivare dall’usurpazione del nome e dei titoli”. Nella missiva, a questo punto d’ignoto autore, venivano descritte pesanti accuse che riconducevano la vittoria nella gara d’appalto ad una presunta intermediazione condotta dagli imprenditori gelesi del gruppo Mondello che, in base al contenuto della lettera, sarebbero stati dietro al consorzio di Acireale. Appalti milionari e, come spesso capita, non mancano i veleni che ora sembrano smorzati.  

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