L’azienda sequestrata e le casse vuote, sospetti sull’ex amministratore giudiziario: c’è un’indagine

 
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Gela. L’azienda di autotrasporto per circa otto anni è stata gestita da un amministratore giudiziario. I conti sotto esame. Adesso, però, il professionista si trova al centro di un’indagine appena avviata dai magistrati della procura. I titolari della società, prima del sequestro con un attivo annuo di circa mezzo milione di euro, ne sono ritornati in possesso con una massa debitoria, però, non inferiore al milione di euro. L’intera azienda era finita sotto sequestro dopo che i proprietari furono al centro di un’inchiesta su presunte infiltrazioni mafiose. Assolti dall’accusa di associazione mafiosa, sono tornati a gestire il gruppo, trovando sostanzialmente le casse vuote. Tra i debiti non onorati, anche quelli con i fornitori e con il fisco. Da alcuni mesi, hanno avviato una causa civile. Il legale che li assiste, l’avvocato Tommaso Vespo, ha chiesto la chiamata in garanzia proprio dell’amministratore giudiziario che, peraltro, non avrebbe dato seguito alle richieste di ottenere fatture e documenti di gestione, arrivate dai titolari dell’azienda. Dopo il procedimento civile, potrebbe aprirsi quello penale. Non è da escludere che i magistrati della procura possano scegliere di nominare un esperto con il compito di valutare i conti del gruppo durante la fase di amministrazione giudiziaria. Gli stessi titolari sarebbero già stati ascoltati dagli inquirenti, nel tentativo di acquisire informazioni e dati utili al proseguo degli approfondimenti investigativi.

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