L’inchiesta “Malleus”, droga per finanziare il clan: Antonio Radicia va ai domiciliari

 
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Gela. Dopo oltre un anno di detenzione, lascia il carcere e viene trasferito agli arresti domiciliari. Il blitz “Malleus”. I giudici dell’udienza preliminare del tribunale di Caltanissetta hanno accolto la richiesta presentata dai legali del trentunenne Antonio Radicia. Il giovane è stato coinvolto nell’inchiesta “Malleus”. Per i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta e per gli agenti della mobile nissena e del commissariato di polizia di via Zucchetto, sarebbe uno dei principali organizzatori di un vasto giro di droga, destinato al presunto finanziamento del ricostituito clan Rinzivillo. Gli avvocati Davide Limoncello e Paola Turco, che lo assistono, hanno insistito sull’attenuazione delle esigenze cautelari che giustificavano la detenzione in carcere. Lo scorso marzo, il pubblico ministero della Dda di Caltanissetta Maria Carolina De Pasquale ha chiesto la condanna di Radicia a sette anni e mezzo di detenzione solo per lo spaccio e la presunta appartenenza all’organizzazione mafiosa e diciotto, invece, come promotore del giro di droga. Il trentunenne, infatti, si trova a rispondere alle accuse in due procedimenti paralleli davanti ai gup Francesco Lauricella e David Salvucci. Proprio i magistrati hanno accolto la richiesta avanzata dai difensori. Il blitz “Malleus” venne eseguito nel giugno dello scorso anno e i provvedimenti di custodia cautelare vennero eseguiti nei confronti di diciassette indagati.

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