L’indotto Eni è in crisi? Le aziende locali se ne vanno: Coge impianti pronta a “prendersi” la siracusana Comes

 
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Gela. L’indotto della fabbrica Eni segna il passo, con tante aziende che hanno chiuso i battenti e altre che non riescono a sostenere per intero il “peso” del personale. Coge pronta ad entrare all’Isab. Così, le società locali sembrano puntare su altri siti siciliani. Nelle scorse ore, i vertici della Coge impianti hanno confermato la volontà di acquisire per intero la siracusana Comes, società che da alcuni mesi ha fermato l’attività tra gli impianti della raffineria Isab di Priolo, posseduta per intero dalla multinazionale Lukoil. Una mossa che dovrebbe condurre gli imprenditori gelesi ad assorbire i centocinquantasei operai della Comes, da diverse settimane in protesta dopo la decisione di bloccare le attività comunicata dai proprietari. Il passo è stato ufficializzato nel corso di un incontro tenutosi in prefettura a Siracusa. Prima di fermare ogni cantiere, l’azienda elettrostrumentale Comes si era aggiudicata un contratto con Lukoil da circa dieci milioni di euro. Adesso, anche i sindacati del settore metalmeccanico che hanno seguito la vertenza attendono l’ufficializzazione definitiva. Negli scorsi mesi, invece, proprio il gruppo Coge impianti sembrava intenzionato ad investire nell’indotto della raffineria Eni di contrada Piana del Signore, per il tramite dell’acquisizione di un ramo d’azienda della Eurocoop, i cui vertici, da pochi giorni, hanno ufficializzato il licenziamento di circa cinquanta dipendenti.  

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