La rosticceria bancomat di Liardo, il sequestro potrebbe salvare i dipendenti

 
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Gela. Il quarantaduenne Nicola Liardo è in carcere da quattro anni.

Era stato arrestato, e coinvolto, nelle operazioni “Tetragona” e più recentemente “Mercante in fiera”.

Tra i beni sequestrati c’è anche la pizzeria e rosticceria “Speedy pizza” di via Venezia. Secondo gli inquirenti i proventi dell’attività commerciale, ben avviata, venivano introitati da Liardo. Il futuro dell’attività commerciale è adesso al vaglio dell’amministratore giudiziario. Non si esclude nemmeno che l’amministratore eviti la chiusura della rosticceria anche per garantire occupazione agli incolpevoli dipendenti.

Secondo la Procura nissena, Nicola Liardo da sempre è vicino alla famiglia degli “Emmanuello” ed arrestato in numerose operazioni delle forze di polizia per associazione mafiosa nonché estorsione e traffico di sostanze stupefacenti.

Attività illecita che nel tempo gli avrebbe permesso di aumentare il patrimonio nonostante la detenzione in carcere.

A fare scattare il provvedimento di sequestro degli immobili, per un valore superiore al milione di euro, sarebbe stata proprio la sproporzione tra reddito e patrimonio del nucleo familiare di Liardo. La complessa indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Caltanissetta, è stata eseguita dai carabinieri del reparto territoriale e dai finanzieri del nucleo Polizia tributaria.

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