“La società di calcio in cambio di appalti”: a giudizio i Mendola, Siciliano e Torrenti

 
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Gela. Ci sarebbe stato un presunto accordo corruttivo, passato attraverso l’acquisizione di quote societarie della Ssd “Città di Gela arl”, che disputò il campionato di calcio di serie D. Fatti che saranno valutati in dibattimento. Il gup Roberto Riggio ha disposto il rinvio a giudizio degli imprenditori Angelo Mendola e Manuele Mendola, che furono ai vertici della compagine sportiva, ma anche dell’ex vicesindaco Simone Siciliano e dell’allora consigliere comunale Antonio Torrenti. I pm Luigi Lo Valvo e Mario Calabrese avevano già concluso, ritenendo confermate le contestazioni e chiedendo appunto il processo per i quattro imputati. Il dibattimento è fissato per il prossimo novembre. In base a quanto ricostruito dagli inquirenti, i fratelli Mendola, imprenditori a capo di un’importante azienda del settore dell’impiantistica, avrebbero versato somme per circa 160 mila euro, destinate ad acquisire quote societarie della Ssd “Città di Gela arl”. In concreto, secondo i pm, invece sarebbero dovute servire ad avere un lasciapassare per appalti pubblici e privati, con la “garanzia” politica assicurata dall’allora vicesindaco e assessore Siciliano e dal consigliere Torrenti. Tesi che i difensori di tutti gli imputati hanno respinto, spiegando tra le altre cose che l’azienda dei Mendola in quel periodo non ottenne mai appalti né ebbe particolari favori, derivabili da una possibile intercessione politica. Sia i legali degli imprenditori che quelli degli altri imputati hanno concluso chiedendo una pronuncia di non luogo a procedere. I quattro, invece, dovranno presentarsi a giudizio. Nel procedimento, è parte civile il Comune.

L’ente ritiene di aver subito danni dalla vicenda ricostruita e legata alla gestione della società sportiva. L’avvocato Sandra Amarù, che rappresenta Palazzo di Città, ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio, considerando provati i fatti. Gli imputati respingono gli addebiti, richiamando atti ufficiali che escluderebbero illeciti. Sono difesi dagli avvocati Flavio Sinatra, Antonio Gagliano, Carlo Taormina, Valentino Granvillano, Francesco Furnari e Fabio Fargetta.

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