Le accuse al presunto gruppo mafioso dei Trubia, il gup vuole valutare le dichiarazioni di uno degli operatori che denunciò

 
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Gela. Il giudice dell’udienza preliminare vuole verificare le dichiarazioni rese da uno degli operatori che sarebbero finiti nel mirino del presunto gruppo Trubia, intenzionato ad imporre il monopolio nella raccolta

della plastica tra le aree rurali della città.

Le dichiarazioni rese da uno degli imprenditori. Così, slitta nuovamente il verdetto nei confronti degli imputati che, negli scorsi mesi, hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato. Davanti al gup del tribunale di Caltanissetta Alessandra Giunta, ci sono Rosario Maichol Trubia, Luigi Rizzari, Giuseppe Carnazzo, Francesco Giovane, Pasquale Lino Trubia, Pasquale Andrea Trubia, Manuele Rolla, Simone Maugeri e Giuseppe Cannizzo. Sono tutti accusati di aver avuto un ruolo non solo nell’imporre il monopolio tra le campagne, ma anche in un presunto giro di droga, che sarebbe servito a finanziare la famiglia. Il giudice vuole soprattutto valutare l’esistenza di possibili contraddizioni nella versione resa da uno degli operatori che denunciarono i Trubia. L’uomo, negli scorsi giorni, è stato sentito, come testimone, davanti al collegio penale del tribunale di Gela, nel dibattimento parallelo che si tiene contro gli altri coinvolti nell’inchiesta “Redivivi”, che hanno invece scelto di essere giudicati con il rito ordinario. Ha ritrattato una parte della versione originaria, resa ai poliziotti del commissariato di Vittoria e a quelli di Gela. A questo punto, il gup potrebbe emettere il verdetto la prossima settimana. I pm della Dda di Caltanissetta hanno chiesto condanne a sette anni e sei mesi di reclusione per Rosario Maichol Trubia e a sei anni e otto mesi per Luigi Rizzari. Entrambi vengono ritenuti affiliati al gruppo mafioso dei Trubia. E’ stata invece chiesta l’assoluzione per lo stesso Trubia rispetto all’accusa di traffico di droga. Sempre per lo spaccio, è arrivata la richiesta a due anni di reclusione nei confronti di Giuseppe Carnazzo. Sono cadute le accuse di far parte del clan contestate a Francesco Giovane, Pasquale Lino Trubia e Pasquale Andrea Trubia. Per loro, il pm ha chiesto l’assoluzione. Una richiesta analoga è stata formulata nei confronti di Manuele Rolla, Simone Maugeri e Giuseppe Cannizzo, accusati di aver fatto parte della presunta rete di spacciatori vicini alla famiglia Trubia. Parti civili sono proprio i cinque imprenditori che avrebbero subito pressioni dal presunto gruppo criminale, costituiti con l’avvocato Giovanni Bruscia, e il Comune con il legale Anna Gambino.  Tra le parti civili, c’è inoltre l’associazione antiracket “Gaetano Giordano”, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Panebianco. Nel pool di difesa, ci sono gli avvocati Nicoletta Cauchi, Valentina Lo Porto e Grazio Ferrara.

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