Le “mazzette” a Ischia e l’appalto vinto a Gela: Fasulo tranquillo ma Greco attacca

 
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Gela. “L’inchiesta giudiziaria che sta interessando la cooperativa Cpl Concordia non inciderà in alcun modo sul contratto sottoscritto per la gestione del servizio d’illuminazione pubblica in città”.

“Nessuna conseguenza sul contratto”. Il sindaco Angelo Fasulo, così, esclude qualsiasi ripercussione sull’appalto da oltre 40 milioni di euro, per vent’anni, aggiudicato alla stessa cooperativa al centro della burrasca giudiziaria. La coop modenese, lo scorso dicembre, in un raggruppamento temporaneo d’impresecomposto anche dall’altro colosso romagnolo, il Consorzio cooperative costruzioni, e dalla gelese Coge impianti, si aggiudicò la gara.

“Si tratta di fatti che non hanno nulla a che spartire con l’appalto assegnato per l’illuminazione pubblica in città– continua Fasulo – il rapporto proseguirà. Parliamo di una delle più grandi cooperative d’Italia che, peraltro, fa parte di un raggruppamento insieme ad altre società”. Nelle scorse ore, le manette, per una serie di presunte tangenti elargite soprattutto al primo cittadino di Ischia con l’obiettivo di facilitare l’acquisizione dell’appalto per la metanizzazione locale, sono scattate anche ai polsi dell’ex presidente della Cpl Concordia Roberto Casari.

Un’inchiesta, però, che non dovrebbe avere ripercussioni in città. L’appalto venne assegnato dopo una serie di lunghe verifiche che riguardarono soprattutto la Coge impianti. Tutto, però, si risolse. Venne chiesta anche una consulenza esterna dopo i contrasti sorti tra il responsabile unico del procedimento e la commissione di gara chiamata a valutare le offerte presentate. 

“Sono degli incoscienti!”. Più duro, invece, è il candidato Lucio Greco. “Solo degli incoscienti – spiega – alla luce di quanto si è verificato, possono pensare di firmare il contratto. Se c’è qualche conoscente del sindaco che aspettava fiducioso la firma di questo contratto per poter realizzare lauti guadagni, se ne faccia una ragione e pazienti ancora un po’ per evitare che tutte le procure d’Italia mettano il naso su un mega appalto vinto da una ditta oggi nell’occhio del ciclone. Quando venni a conoscenza che dopo l’acqua si privatizzava anche l’illuminazione pubblica, protestai pubblicamente”.

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