Le presunte estorsioni ad un imprenditore della raccolta della plastica, Trubia e Nastasi lasciano il carcere

 
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Gela. Sarebbero emerse troppe contraddizioni nella ricostruzione dei fatti resa dagli imprenditori sentiti, davanti al giudice delle indagini preliminari del tribunale di Caltanissetta, nell’ambito dell’inchiesta “Redivivi 2”.

Le presunte estorsioni. Così, lasciano il carcere sia Maurizio Trubia sia Diego Nastasi. I due erano stati arresti, negli scorsi mesi, con l’accusa di aver chiesto la messa a posto ad un imprenditore impegnato nel settore della raccolta della plastica tra le aree rurali della città. Le sue dichiarazioni, però, messe a confronto con quelle di altri operatori dello stesso settore, avrebbero fatto emergere un quadro tutt’altro che certo. I due legali degli indagati, gli avvocati Dionisio Nastasi e Nicoletta Cauchi, già all’indomani degli arresti avevano sottolineato l’assoluta estraneità ai fatti di entrambi gli indagati. Non a caso, hanno spinto per l’incidente probatorio, utile ad acquisire elementi da poter utilizzare nelle fasi successive. Proprio Maurizio Trubia e Diego Nastasi hanno sempre escluso di aver mai avuto interessi nel settore della raccolta della plastica. Mentre Trubia ha fatto riferimento alla sua attività di allevatore, Nastasi ha invece ribadito di gestire un’attività commerciale in città che non ha alcun collegamento con il settore al centro delle indagini. Gli arresti eseguiti dai poliziotti del commissariato e da quelli della mobile di Caltanissetta sono scattati dopo pochi mesi dal maxi blitz antimafia “Redivivi”, tutto incentrato sul contrasto ad un presunto gruppo, capeggiato dalla famiglia Trubia, in grado di controllare non solo il mercato della raccolta della plastica tra le campagne ma anche le guardianie e il giro di droga. 

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