Mafia ed estorsioni nei cantieri per le villette, condannati Muncivì e Giorrannello

 
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Gela. Cade l’accusa di associazione mafiosa ma vengono confermate quelle di concorso esterno ed estorsione. Due condanne in appello. Così, i giudici della Corte d’appello di Caltanissetta, dopo una lunga camera di consiglio, hanno deciso di condannare a sette anni e mezzo di reclusione l’imprenditore Francesco Muncivì, ex consigliere comunale di Forza Italia. In primo grado, il collegio penale del tribunale gli aveva imposto dieci anni di detenzione. La procura generale, negli scorsi mesi, aveva chiesto di confermare la pronuncia di primo grado. Il sessantasettenne, difeso dagli avvocati Flavio Sinatra e Antonio Gagliano, era finito al centro dell’indagine “Casa nostra”. Secondo i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, Muncivì sarebbe stato il referente dei clan di cosa nostra nei cantieri avviati per la costruzione di un complesso residenziale nella zona di via Butera. Tutti gli imprenditori delle aziende impegnate nei lavori avrebbero dovuto mettersi in regola. Ricostruzione da sempre contestata dalla difesa  dell’imputato che, stando alla linea esposta in aula, sarebbe stato piuttosto vittima di pressioni e minacce. E’ stata invece ribaltata la sentenza di primo grado per l’altro imprenditore finito a processo, Silvio Giorrannello. Assolto davanti al collegio penale del tribunale di Gela e, adesso, condannato a tre anni e quattro mesi di reclusione. I difensori di fiducia, gli avvocati Antonio Impellizzeri e Franca Auteri, come già in primo grado, hanno comunque sottolineato come Giorrannello fosse soltanto vittima delle estorsioni imposte nei cantieri e non invece artefice del sistema di messa a posto. La procura generale aveva chiesto la condanna a cinque anni di detenzione. Gli stessi magistrati hanno deciso di rinunciare al ricorso nei confronti del fratello Giuseppe, a sua volta già assolto in primo grado. Nel dispositivo letto in aula dai giudici d’appello nisseni, inoltre, sono stati esclusi i risarcimenti in favore degli imprenditori che sarebbero stati vessati, costituiti parti civili con gli avvocati Joseph Donegani, Nicoletta Cauchi, Fabio Fargetta e Vittorio Giardino.

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