“Subito una prima tranche dei 32 milioni Eni e spazio alle aziende locali”, il Pd chiama il sindaco

 
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Il segretario cittadino dem Peppe Di Cristina

Gela. Via libera immediato ad almeno una parte dei 32 milioni di euro che Eni dovrebbe versare come forma di compensazione nelle casse del Comune.

“Lo stralcio di una prima parte delle somme”. Il direttivo locale del Partito Democratico, vicino al segretario Peppe Di Cristina, rilancia in attesa dell’imminente incontro al Ministero dello sviluppo economico fissato per martedì. Per questa ragione, ha scritto al sindaco Domenico Messinese. Lo hanno fatto il deputato regionale Giuseppe Arancio, il presidente dell’assemblea Claudia Caizza, i consiglieri comunali Alessandra Ascia, Vincenzo irignotta, Carmelo Orlando, Romina Morselli e Salvatore Gallo, oltre al segretario Di Cristina. “Il Protocollo d’intesa – spiegano i democratici – prevede che l’iter di impiego di dette somme debba seguire lo stato di avanzamento degli interventi afferenti la riconversione industriale previsti nel suddetto accordo. Considerato che il Ministero dell’ambiente ha recentemente rilasciato le autorizzazioni previste dalla legge per la costruzione della bioraffineria, i cui lavori partiranno a breve, riteniamo che l’ente da lei rappresentato debba chiedere nei prossimi tavoli convocati presso il Ministero dello sviluppo economico, lo stralcio immediato di parte delle somme”. Le vie prioritarie d’investimento per il direttivo democratico e per il segretario Di Cristina rimangono il nuovo porto rifugio, l’ampliamento dei lavori sul lungomare Federico II di Svevia e la realizzazione di un sistema per il trattamento delle acque reflue da destinare all’agricoltura.

“Spazio alle aziende locali”. “Sollecitiamo la predisposizione dei relativi progetti esecutivi di competenza dell’ente comunale – continuano nella nota – progetti esecutivi che costituiscono la precondizione per la spendibilità delle somme. Il Partito Democratico ritiene l’avvio immediato di queste opere di vitale importanza per l’economia della città, in quanto rappresenterebbero un volano di sviluppo per il turismo e l’agricoltura. Inoltre, chiediamo che vengano seguite delle procedure che garantiscano le imprese locali in ordine alla esecuzione dei lavori, anche in considerazione del fatto che a seguito della chiusura della raffineria moltissimi lavoratori dell’indotto hanno perso il posto di lavoro”.

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