Un anno fa il protocollo d’intesa sul futuro di Eni, oggi operai in protesta e manifesti di cordoglio

 
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Gela. Era il 6 novembre di un anno fa quando, tra i tavoli del Ministero dello sviluppo economico, Eni, Comune, sindacati, Regione firmavano il protocollo d’intesa

destinato, almeno nelle intenzioni, a rilanciare il business Eni attraverso la riconversione a green della raffineria e l’avvio del programma d’esplorazione e trivellazione in mare.

Dopo un anno si fa fatica ad intravedere il futuro. Ad un anno esatto di distanza, compaiono i primi manifesti, quasi listati a lutto, di solidarietà verso il dolore delle famiglie di tutti quegli operai dell’indotto senza più un posto di lavoro. La decisione è stata adottata dal gruppo politico di Un’Altra Gela, vicino all’ex candidato a sindaco Lucio Greco. I primi manifesti sono stati affissi davanti Palazzo di Città. Nelle prossime ore, invece, i lavoratori dell’indotto, in piazza Umberto, raccoglieranno firme ed adesioni con l’obiettivo di organizzare una “spedizione” verso Roma. Mentre il governo Renzi ha annoverato il caso Gela tra quelli risolti che debbano servire da esempio per il Sud che cresce, decine di operai fanno faticare ad arrivare a fine mese, tra mancanza di lavoro e ammortizzatori sociali in scadenza.

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