Colpi di arma da fuoco in una zona rurale, indagato si è difeso: disposta detenzione in carcere

 
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Gela. Ha escluso l’intenzione di uccidere. Questa mattina, il trentanovenne che la scorsa settimana ha sparato in un’area rurale, tra le contrade Bulala e Mignechi, è stato sentito dal gip del tribunale per l’udienza di convalida. Subito dopo quanto accaduto, si era presentato agli agenti di polizia ammettendo i fatti. Era sottoposto a vincolo per il fermo. Il gip ha adesso disposto la detenzione in carcere, come chiesto dalla procura. Per i pm, infatti, la vicenda rientra nell’ipotesi di tentato omicidio. L’indagato ha fatto fuoco contro una vettura, a bordo della quale c’erano alcune persone. Tutto sarebbe riconducibile a dissidi pregressi. Gli spari sarebbero stati il culmine di rapporti tesi, soprattutto per ragioni di confini dei possedimenti agricoli. Valerio Caiola, nel tempo, avrebbe subito furti e danneggiamenti ma pare anche un’aggressione. Per la difesa, sostenuta dall’avvocato Marco Granvillano, mancherebbero i presupposti del tentato omicidio e quelli per la misura di custodia cautelare in carcere. Il legale si rivolgerà al riesame. Ha escluso la premeditazione che per la procura invece sussiste.

Pare che il giorno precedente agli spari, lo stesso trentanovenne abbia sporto un’ulteriore denuncia, sembrerebbe per un furto subito. Tutti elementi che la difesa ritiene siano da valutare con attenzione. Il gip Francesca Pulvirenti ha accolto le richieste della procura, convalidando e applicando la misura della detenzione in carcere. Le indagini sono in corso, partite subito dopo gli spari. Non ci sono state conseguenze alle persone. L’arma, fino ad ora, non è stato ritrovata.

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