Come salvare l’arte in guerra, l’opera di Nancy Genovese selezionata a Montreal

 
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Ogni guerra porta con sé distruzione e morte. Le comunità internazionali non dimenticano che a rischio non ci sono solo la pace e l’economia dei paesi in conflitto, ma anche i loro patrimoni culturali e ambientali. Ecco perché per il secondo anno consecutivo i riflettori si accendono su come tutelare cultura e ambiente in tempo di guerra. Da oggi al 4 novembre si riuniranno a Montreal in Canada, con possibilità di partecipare online, i maggiori esperti sul tema.

Oggi si svolgerà, dalle 13 alle 14 (18-19 ora italiana) l’evento artistico “Listening to the Silent Din of Our Roots”. Una manifestazione che vuole evidenziare l’importanza per tutti di “ascoltare” la Terra tramite l’arte. Il frastuono, alimentato dai bombardamenti, dagli incendi, dall’inquinamento, sta alimentando un grido silenzioso cui la tavola rotonda internazionale vuole dar voce. Le radici più profonde emergeranno metaforicamente anche grazie ai nuovi lavori artistici sulla protezione del patrimonio artistico e naturale che saranno presentati dai diversi artisti.

E tra i relatori collegati con Montreal e la Sapienza di Roma c’è anche una artista gelese, Nancy Genovese, grafologa, perito tecnico giudiziario ma anche pittrice. La sua opera, “la natura in dissolvenza” (Nature’sfade-out), è stata selezionata tra quelle che rappresentano proprio il contesto di cui si parla.

Lo scopo è quello di sensibilizzare l’interesse di tutti su un tema centrale: l’elenco dei luoghi simbolo del patrimonio culturale mondiale, distrutto o danneggiato negli ultimi anni, è destinato a crescere.

“Viviamo in uno stato di emergenza. Il totale disinteresse di ciascuno avvolgerà ogni paese sulla terra in uno stato di oblio – spiega Nancy Genovese – È proprio questo stato di oblio che ho inteso rappresentare sulla tela, evocando l’idea di un paesaggio grottesco e caotico sospeso nel nulla. Gli elementi essenziali: terra, cielo, mare, rimangono qui inespressi, perdono la loro nitida espressività, appaiono liquidi, indecifrabili, dissolti”.

“Le case – continua -non trovano il loro corrispettivo riflesso nello spazio sottostante, segno di una perdita di identità collettiva.Lo sfondo dell’opera, illusorio, alterato, decadente, spettrale per molti versi, è un riferimento specifico al dramma esistenziale della natura e dell’umanità”.

Oggi Nancy Genovese esporrà la sua opera in remoto. Il seminario internazionale è organizzato dall’università La Sapienza di Roma e dalla McGill university di Montreal con il sostegno del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale. Si alterneranno studiosi, archeologi e storici dell’arte, ma anche esperti di diritto internazionale e consiglieri legali delle Nazioni Unite.Nell’ambito dell’evento sarà inoltre lanciato il museo virtuale curato da Sergio Iovino sul patrimonio culturale italiano, un progetto si propone di consentire a chi non è in Italia di visitare alcuni dei tanti siti patrimonio Unesco presenti sul nostro territorio, da Firenze a Roma, passando per Venezia e Castel Del Monte.

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