Depuratore di Macchitella sott’accusa: sospetti, polemiche e un processo

 
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Gela. Qualcosa continua a non funzionare all’interno dell’impianto di depurazione di Macchitella? Il sospetto viene rilanciato dai componenti dell’associazione di quartiere mentre, in tribunale, continua a celebrarsi il processo a carico di cinque imputati, tra dirigenti e operatori della società Caltaqua gestore dell’intero sistema.

Sono accusati di una serie di presunti sversamenti nel torrente Gattano, effettuati senza il necessario trattamento di depurazione dei reflui. Contestazioni che risalgono all’estate di tre anni fa. Stando ai cittadini di Macchitella, comunque, l’amministrazione comunale sarebbe fin troppo evasiva sul tema.
“Il prossimo incontro – spiega Domenico Messinese dell’associazione di quartiere – è stato fissato per il 18 giugno. Tutti, però, sembrano agire quasi in un sistematico scarica barile. Chi si occupa della questione per conto dell’ente comunale, il sindaco Angelo Fasulo oppure l’assessore Giuseppe Ventura? Perché non abbiamo ricevuto alcuna risposta alle domande pubblicamente formulate su quelle che riteniamo evidenti anomalie nella gestione e nell’attuale funzionamento dell’impianto?”.
I residenti di Macchitella, infatti, continuano a dover convivere con fastidiosi tanfi che arriverebbero proprio dalla zona del depuratore. “Negli ultimi giorni – prosegue Messinese – abbiamo effettuato dei controlli lungo il tragitto che conduce dal depuratore al torrente Gattano, con tutti i canali di scolo, ci siamo accorti della presenza di acqua dal colorito fortemente torbido. La causa è nuovamente da addebitare a ciò che sta accadendo all’interno dell’impianto? Chi ci darà una risposta?”.
I lavori per l’adeguamento del sistema, iniziati nel maggio di un anno fa, almeno stando al contratto originario, si sarebbero dovuti concludere lo scorso febbraio. Gli operai dell’impresa romana Dionigi che agisce per conto del consorzio Valori, però, non hanno ancora concluso le attività.
Intanto, i funzionari di Caltaqua Josè Gozzo e Salvatore Giuliana, insieme agli operatori Vincenzo Di Marco, Diego Marrone e Rocco Caccamo, sono sotto processo davanti al giudice Chiara Raffiotta. Devono rispondere di presunti sversamenti di liquami non depurati nel torrente Gattano, affluente che sfocia in mare.
“Abbiamo accertato – ha spiegato in aula uno dei militari della capitaneria di porto che si occupò delle indagini – l’effettuazione di costanti sversamenti nel torrente Gattano. Le indicazioni che arrivavano dai funzionari della società inducevano gli operatori dell’impianto a staccare le pompe di sollevamento già intorno alle venti. Quindi, fino alle sette del mattino, con la ripresa dei turni di servizio, i reflui non depurati finivano nel torrente. La media era di centottantamila litri di liquami sversati a notte”.
I difensori degli imputati, però, hanno contestato la ricostruzione fornita in aula dal testimone, mettendo in luce come sussistano diverse autorizzazioni allo scarico nel torrente Gattano. Inoltre, i dubbi della difesa sono stati sollevati anche in relazione ai documenti sequestrati dagli investigatori nella sede della società Caltaqua.
In aula, è stato anche sentito un consulente che, nell’agosto di tre anni fa, subito dopo il sequestro dell’impianto di Macchitella, avviò gli accertamenti all’interno della struttura.
“Il guasto che avrebbe prodotto gli sversamenti venne riparato dieci giorni prima del mio insediamento – ha ammesso – certamente, ho trovato strutture, risalenti agli anni ’60, decisamente inadeguate. Però, già a dicembre le precauzioni richieste erano state adottate. Il guasto, infatti, si ripetè nuovamente ma, questa volta, senza conseguenze. Bastava adottare tutte le precauzioni del caso”.
Nel processo, si sono costituiti parte civile i legali dell’ente comunale, di quello provinciale, della regione siciliana, del ministero dell’ambiente e delle associazioni Macchitella, Aria Nuova, Amici della Terra e Legambiente. Sono tutti rappresentanti dagli avvocati Joseph Donegani, Antonino Ficarra, Giovanna Zappulla, Simone Morgana, Pierfrancesco La Spina, Laura Caci e Ornella Crapanzano.
Tra i difensori degli imputati, invece, ci sono i legali Antonio Gagliano, Piero Amara, Giacomo Butera e Davide Schillaci. Nel corso della prossima udienza, già fissata per il 28 ottobre, altri testimoni dovranno rispondere alle domande formulate dal pubblico ministero Antonio D’Antona.

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