Estorti dall’ex consigliere comunale, gli imprenditori si rivolgono al fondo per le vittime di mafia

 
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Gela. Sarebbero finiti nel presunto giro d’estorsioni imposto dall’imprenditore ed ex consigliere comunale di Forza Italia Francesco Muncivì. La richiesta al ministero dell’interno. L’imputato, nell’estate di un anno fa, venne condannato a dieci anni di reclusione. Le vittime delle presunte pressioni messe in atto tra i cantieri di un complesso edilizio realizzato nella zona di via Butera, invece, hanno bussato direttamente al ministero dell’interno. L’imprenditore Natale Susino e altri suoi colleghi, titolari di aziende che operarono in quel cantiere, si sono rivolti al fondo di rotazione per le vittime di mafia. Già nel processo di primo grado, si costituirono parti civili. Mentre è iniziato il giudizio d’appello davanti ai magistrati di Caltanissetta, le vittime chiedono di essere indennizzate. Il collegio penale, presieduto dal giudice Paolo Fiore che in primo grado condannò Muncivì e assolse i fratelli Silvio e Giuseppe Giorrannello, riconobbe agli imprenditori estorti una provvisionale. Per questa ragione, per il tramite dei rispettivi avvocati, hanno già depositato tutta la necessaria documentazione sui tavoli della questura e della prefettura di Caltanissetta. L’ultima parola, adesso, spetterà direttamente al commissario che gestisce il fondo di rotazione presso il ministero dell’interno. Già negli scorsi mesi, proprio l’imprenditore Natale Susino, per il tramite del suo legale Joseph Donegani, fu il primo ad avviare la richiesta.

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