Evasione fiscale alla Emi, assolti due imputati: c’è anche l’ex assessore Trufolo

 
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Gela. Non avrebbero versato al fisco, tra Iva ed Ires, somme per circa un milione di euro.

I controlli fiscali. Gli accertamenti scattarono nei confronti di due ex responsabili dell’azienda metalmeccanica Emi. Adesso, arriva l’assoluzione per Paolo Lizzio e Grazio Trufolo, già assessore e consigliere comunale. La decisione è stata adottata dal giudice Ersilia Guzzetta. Gli anni d’imposta presi in esame erano il 2006 ed il 2007. Nel primo caso, il giudice ha accertato l’avvenuta prescrizione; nel secondo, invece, ha pronunciato l’assoluzione “per non aver commesso il fatto”.

“Non eravamo responsabili dell’azienda”. I due imputati, difesi dagli avvocati Joseph Donegani e Antonio Impellizzeri, hanno sempre respinto le accuse. Lizzio ha ribadito, per il tramite del proprio legale, di aver lasciato le cariche sociali all’interno del consiglio d’amministrazione della Emi ben prima che partissero i controlli fiscali. L’azienda, per anni, ha lavorato all’interno della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore. Trufolo, invece, sentito in dibattimento, ha ribadito di non aver mai avuto incarichi nel consiglio d’amministrazione della Emi. “Non sono mai stato un amministratore della Emi – ha spiegato in aula durante le precedenti udienze – mi occupavo esclusivamente delle gare d’appalto e delle commesse in qualità di responsabile commerciale”. Solo per lui, in relazione ai mancati versamenti per l’anno d’imposta 2007, il pubblico ministero Eugenia Belmonte aveva chiesto la condanna ad un anno di detenzione. I difensori degli imputati, però, sono stati decisi nel ribadire che non ci fu alcuna volontà d’evadere il fisco. “La Emi, in quel periodo – ha spiegato l’avvocato Joseph Donegani – si trovava in una situazione economica molto difficile. C’erano i lavoratori che reclamavano le spettanze arretrate e, addirittura, dopo un incontro in prefettura a Caltanissetta, fu l’Eni ad impegnarsi per garantire i pagamenti agli operai date le enormi difficoltà di cassa del gruppo”. Una linea, alla fine, sposata anche dall’altro difensore, l’avvocato Antonio Impellizzeri.

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