Giovani prostitute sulla Gela-Catania, parla una di loro: “Il mio compagno non mi costringeva a farlo”

 
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Immagini di repertorio

Gela. “Mi dava solo un passaggio in auto quando non era impegnato con il lavoro. Lui sapeva che mi prostituivo per vivere e non gli piaceva”. L’imputato è accusato di sfruttamento della prostituzione. Ad essere sentita davanti al collegio penale del tribunale presieduto dal giudice Manuela Matta, affiancata dalle colleghe Tiziana Landoni ed Ersilia Guzzetta, è stata una giovane romena, compagna di Giacomo Polizzi. L’uomo si trova attualmente sotto processo per rispondere di sfruttamento della prostituzione. In base alle accuse mosse dai magistrati della procura, sarebbe stato lui a gestire l’attività della sua compagna e di altre due giovani romene. Gli incontri a pagamento avvenivano tra le campagne lungo la Gela-Catania. Furono i carabinieri ad effettuare una serie di controlli ed appostamenti prima di arrivare all’arresto del cinquantunenne. La giovane sentita in aula ha risposto alle domande formulate dal pubblico ministero Eugenia Belmonte e dal legale di fiducia dell’imputato. “Lavoravamo sulla strada praticamente ogni giorno – ha continuato la giovane – non conoscevo le altre due ragazze. Il mio compagno, quando non avevo possibilità di ritornare da sola a Caltagirone, spesso passava a prendermi. Non capitava sempre”. Per i magistrati della procura, invece, Polizzi sarebbe stato perfettamente consapevole di quanto accadeva lungo la Gela-Catania, tanto da gestire il giro di denaro. Accuse, invece, contestate dalla difesa, già in fase d’indagine. Nuovi testimoni verranno sentiti alla prossima udienza fissata per il 30 giugno.

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