L’amianto in fabbrica, venti ex manager a processo: Raffineria in giudizio come responsabile civile

 
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Immagini di repertorio

Gela. Escluse le associazioni Aria Nuova e Amici della Terra. Il giudice Marica Marino ha accolto le eccezioni sollevate dai difensori di venti imputati, tutti accusati di lesioni colpose a seguito delle patologie che, nel corso degli anni, hanno colpito diversi ex operai dell’indotto Eni.


Escluse due associazioni ambientaliste. I rappresentanti delle due associazioni, con l’avvocato Antonino Ficarra, chiedevano di potersi costituire parte civile nel dibattimento. Il giudice, però, ha ribadito, come già sottolineato dai difensori degli imputati, l’assenza dei criteri previsti per consentire alle associazioni di stare in giudizio. Sono state ammesse, invece, le costituzioni di parte civile di quattro ex lavoratori, a loro volta affetti da patologie collegabili alle pericolose sostanze presenti in fabbrica e alle emissioni generate dal ciclo produttivo della raffineria. Gran parte dell’indagine condotta dai pm della procura ruota intorno all’esposizione all’amianto in fabbrica e alla mancata adozione delle necessarie misure di precauzione. I legali degli operai, gli avvocati Davide Ancona ed Ezio Bonanni, hanno ribadito le ragioni dei loro assistiti, riuscendo anche ad ottenere la chiamata in giudizio, come responsabile civile, della società Raffineria di Gela spa. Tra i legali delle parti offese, c’è anche l’avvocato Claudia Caizza. A processo, ci sono Armando Grassi, Giancarlo Barbieri, Alfonso Valerio, Alessandro Colnaghi, Francesco Mauro, Salvatore Verniccio, Rocco Ardore, Antonio Catanzariti, Pasqualino Grandizio, Gregorio Mirone, Gincarlo Fastana, Giorgio Clarizia, Giuseppe Farina, Vito Milano, Salvatore Vitale, Giovanni Calatabiano, Giuseppe Genitori, Giorgio Daumiller e Arturo Borntragger. Sono ex vertici della fabbrica di contrada Piana del Signore. I difensori di tutti gli imputati hanno contestato le richieste dei legali di parte civile. Intanto, il procedimento si è chiuso anticipatamente per la posizione di Ferdinando Lo Vullo, l’imputato è deceduto. Nel pool di difesa, tra gli altri, ci sono gli avvocati Giacomo Ventura, Antonio Gagliano, Flavio Sinatra, Gualtiero Cataldo, Maria Elena Ventura e Piero Amara, Attilio Floresta e Piero Ciarcià.   

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