La droga per il clan Rinzivillo, la stangata della Dda: chieste condanne per quasi settant’anni di carcere

 
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Gela. Per i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta reggono le accuse nei loro confronti.

Le richieste più pesanti per Radicia. I sei finiti davanti al giudice dell’udienza preliminare del tribunale nisseno Francesco Lauricella e al collega David Salvucci, titolare di un procedimento parallelo, avrebbero fatto parte del riorganizzato clan Rinzivillo. La voce più importante di finanziamento, in base a quanto emerso dall’indagine “Malleus”, sarebbe stata la droga. Un ruolo fondamentale nell’intera presunta organizzazione scoperta dagli inquirenti l’avrebbe rivestito il trentenne Antonio Radicia. Per lui, il pubblico ministero Maria Carolina De Pasquale ha chiesto la condanna a sette anni e mezzo di detenzione solo per lo spaccio e la presunta appartenenza all’organizzazione mafiosa e diciotto, invece, come promotore del giro di droga. Radicia, infatti, si trova a rispondere alle accuse nei due procedimenti paralleli. Nove anni e nove mesi di detenzione, invece, sono stati chiesti per Giuseppe Domicoli; otto anni e otto mesi ciascuno, ancora, per Ivan Casciana e Salvatore Stimolo; otto anni e quattro mesi per Giuseppe Placenti e, infine, sette anni e dieci mesi per Baldassare Nicosia. I sei hanno optato per il rito abbreviato e le condanne chieste tengono conto, nella gran parte dei casi, della continuazione con precedenti verdetti.

Gli altri arrestati nel blitz. Sono già stati rinviati a giudizio nelle scorse settimane, invece, Giacomo e Massimo Gerbino. Davanti al gup Lauricella, inoltre, ci sono Roberto Cosentino, Vincenzo Florio, Giuseppe Mangiameli, Alessandro e Davide Pardo, Gaetano Smecca e Giuseppe Schembri che dovrebbero a loro volta finire davanti al collegio penale. Il rinvio a giudizio è scattato, sempre nelle scorse settimane, per Domenico Trespoli, Valerio Longo, Giuseppe Lumia e Salvatore Di Nicola. Le difese di tutti gli arrestati al termine del blitz coordinato dalla Dda di Caltanissetta hanno sempre escluso l’esistenza di una vera e propria organizzazione criminale in grado di controllare buona parte del mercato locale della droga. Non ci sarebbe alcun collegamento neanche con le famiglie mafiose della città. Nel pool di difesa ci sono gli avvocati Davide Limoncello, Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Cristina Alfieri, Antonio Gagliano, Salvo Macrì, Giovanni Lomonaco, Paola Turco e Danilo Tipo. Proprio i legali inizieranno a discutere nel corso delle udienze già fissate per il 21 marzo ed il 13 aprile.

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