La “tombola” degli incarichi, dalla segretaria del sindaco al consigliere che va alla Regione: ecco come si sono mangiati la fiducia della città

 
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Gela. Partiamo da un assunto piuttosto banale, ci sono stati, ci sono ancora e continueranno ad esserci. Li chiamano incarichi fiduciari. Io mi fido di te e ti “sistemo”. Lo posso fare a tempo indeterminato, ma lo posso fare anche solo per un periodo più o meno breve, almeno fino a quando sarò sulla cresta dell’onda politica.


Incarichi a Gela e a Palermo. Nessuno è vergine e non ci sono grandi differenze tra schieramenti, neanche a livello locale. Rimanendo al post amministrative 2015, c’è stata la nomina della “segretaria” del sindaco Domenico Messinese, la scelta dell’ex amministratore delegato della Ghelas Vincenzo Romano, appena dimessosi, per non parlare delle vicissitudini sugli incarichi legali nella vicenda Agroverde o, ancora, della nomina “politica” nel collegio dei revisori dei conti, sempre della municipalizzata dalle uova non d’oro ma almeno d’argento, quella che secondo alcuni “vale quattro assessorati”, andata al commercialista Francesco Pollicino, coordinatore cittadino di Energie per l’Italia, forza politica che sta anche in consiglio comunale. Il caso lampante, e questa volta la giunta c’entra poco, si è materializzato, guarda caso, nel Megafono del presidente della Regione Rosario Crocetta. Una delle tante nomine, uno dei tanti incarichi fiduciari, appunto, che sembra ritagliato proprio dalle mani dell’ex sindaco. Il capogruppo in consiglio comunale del suo movimento, la giovane legale Sara Bonura, ha ottenuto un incarico triennale all’ufficio regionale contro il dissesto idrogeologico. Un contratto di collaborazione a progetto, una scelta fiduciaria, quindi perché far polemica? La Bonura, e non solo lei ovviamente, ha scelto Crocetta e, quasi alla fine del suo mandato a Palazzo d’Orleans, l’ex sindaco ha dato il via libera per ricompensarla. Tre anni con un contratto da co.co.pro, che vuoi che sia! L’ha fatto con lei, l’ha fatto con tanti altri professionisti locali della sua stretta cerchia. L’ha fatto lui, l’hanno fatto tanti altri prima di lui. Sempre a Palermo, solo per rimanere in tema, si potrebbero sviscerare gli elenchi, almeno degli ultimi due anni, degli incarichi legali affidati dai vertici della Sas, la Servizi ausiliari Sicilia, partecipata dalla Regione. Amministratore unico della società, dallo scorso anno, è il commercialista gelese Sergio Tufano e, dando un’occhiata agli elenchi degli ultimi due anni, si sono moltiplicati i nomi di legali gelesi che hanno ricevuto incarichi dalla società. Ovviamente, c’è un elenco di fiducia e tutto avviene rispettando i parametri. Insomma, capita. Capita anche all’ex Asi in liquidazione, come abbiamo scritto negli scorsi giorni. Si potrebbe andare a ritroso e imbattersi in decine e decine di casi dello stesso tipo, anche quando la città era in mano al Partito Democratico, al punto che, oggi, il segretario cittadino dem Peppe Di Cristina si è spinto a dire che il suo Pd, in città, deve dimenticarsi “gli errori del passato” e, probabilmente, anche tutte le poltrone occupate in municipio e nelle società di un sottogoverno mai definitivamente andato in soffitta. Tutto fiduciario, tutto in regola, professionisti d’alto valore, scelte inoppugnabili, intanto la fiducia della città in crisi, di chi è fuori dal palazzo, l’hanno persa definitivamente. Se la sono mangiata anche sul tavolo della politica fatta incarico, fiduciario.

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