Messinese dove va? Nuovo contatto con il centrodestra e l’apertura di Crocetta…c’è troppa confusione in municipio?

 
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Gela. “Non ci sono assolutamente passi in avanti”.


Il disgelo con il centrodestra. Dice così, un consigliere comunale del gruppone di centrodestra che, ieri, si è trovato a confronto, di nuovo, con il sindaco Domenico Messinese. Il primo cittadino, nonostante la firma sulla mozione di sfiducia siglata dal capogruppo di DiventeràBellissima Vincenzo Cascino, sembra intenzionato a battere ancora la pista di un’alleanza proprio con quelli di centrodestra. Ad assistere all’incontro di oggi, al teatro Eschilo, con le vedette Nello Musumeci e Stefano Parisi, non a caso c’erano anche gli emissari di Messinese, impegnati a ricucire uno strappo che il sindaco si è praticamente causato da solo. Quelli di centrodestra non ci stanno a passare per cercatori della poltrona perduta. Quella di ieri, è stata una visita quasi informale, nel tentativo di rasserenare gli animi. Diversi consiglieri, però, hanno subito dato forfait, tra questi proprio Vincenzo Cascino, ma anche Salvatore Scerra e Salvatore Farruggia. In aula, ci sarà da discutere la mozione di sfiducia ma, nonostante quanto accaduto e i musi lunghi d’ordinanza, la trattativa comunque prosegue. La sfiducia, magari, la discuteranno anche, ma probabilmente con un accordo politico già in tasca.

L’apertura di Crocetta. Tanto passa dalla giunta e dalla disponibilità del sindaco a metterla sul piatto, uno dei tanti ingredienti di quello che dovrebbe essere un accordo politico da mantenere almeno per i prossimi tre anni. Il sindaco, però, nonostante l’intenzione di non perdere il treno di centrodestra, continua a guardarsi intorno. Questa mattina, sono arrivate anche le emblematiche affermazioni di un Rosario Crocetta, giunto in città a propugnare firme e milioni di euro, quelli delle compensazioni Eni. “I sindaci si fanno lavorare”, ha detto l’ex primo cittadino, in attesa di lasciare Palazzo d’Orleans. Insomma, proprio dai crocettiani non dovrebbe arrivare alcuna dichiarazione di guerra, anche se in consiglio comunale, per ora, contano il giusto. La truppa di Crocetta ha perso soldati e, adesso, annovera il capogruppo Sara Bonura e un Giuseppe Guastella che, però, sembra attratto da icone politiche ben diverse da quella del presidente della Regione. Di certo, le spalle a Crocetta non le volterà l’attuale capogruppo dem Vincenzo Cirignotta, che è tra gli ispiratori politici della candidatura all’Ars del commercialista Ennio Di Pietro, sceso in campo sotto le insegne del Megafono. Dietro le quinte del vertice odierno a Palazzo di Città, con tanto di manager Eni annessi, addirittura già si disegnavano strategie piuttosto “estreme”, con un eventuale governo politico della città, aperto anche ad una frangia di centrosinistra. Nel toto nomi, piuttosto improvvisato, probabilmente frutto anche delle esternazioni pro Messinese arrivate da Crocetta, è finito proprio Vincenzo Cirignotta, dato in giunta, con l’avallo del presidente. Al di là di voli pindarici, al momento piuttosto improbabili, di vero c’è che Messinese è alla ricerca di un nugolo di consiglieri comunali che gli faccia dormire sonni tranquilli. In testa alle attuali preferenze, ci sono sicuramente quelli di centrodestra, che magari continueranno a dirsi offesi dagli accostamenti elargiti dal sindaco, ma un pensiero alla giunta lo fanno, eccome. Un governo politico che potrebbe parlare la loro lingua e schierare i loro uomini.

“Nessun caso Siciliano”. Al vertice di oggi tra giunta, presidente della Regione e manager Eni mancava uno che di Eni ne sa tanto. Il vicesindaco Simone Siciliano ha in mano le chiavi dei rapporti istituzionali con la multinazionale. Non ha mai bucato un appuntamento, neanche di quelli semiufficiali. Oggi, invece, improrogabili impegni istituzionali lo hanno tenuto lontano dal municipio. “Nessun caso Siciliano – si affretta a dire il sindaco Domenico Messinese – era in missione a Palermo dove, tra le altre cose, si discuteva di Zona economica speciale, un altro obiettivo della nostra amministrazione. In ogni caso, contano i fatti, le cose portate a termine e non le facce degli amministratori”. In tempo di sfiducia, c’è da guardarsi intorno e coprirsi le spalle.

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