Minacce di morte, Longo in aula: “Palmieri disse che mi avrebbe sparato in testa”

 
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Gela. Nel recente passato, gli investigatori hanno più volte indagato sul loro conto e sulla vicinanza ai gruppi di mafia. Davanti al giudice Antonio Fiorenza, è finito a processo l’imprenditore Cristoforo Palmieri, accusato di aver minacciato di morte Valerio Longo, a sua volta impegnato in attività imprenditoriali. Nel procedimento non ci sono contestazioni legate alla criminalità organizzata. Longo è stato sentito in aula e nel corso dell’esame ha spiegato di essersi rivolto alle forze dell’ordine dopo che Palmieri, a bordo di un’auto, avrebbe cercato di investire quella sulla quale stava viaggiando insieme ad un suo dipendente. Secondo quanto riferito, proprio Palmieri lo avrebbe minacciato di morte. “Mi disse ti sparo in testa – ha spiegato Longo – e sembrava che si stesse abbassando per prendere qualcosa in auto. Temevo che potesse trattarsi di una pistola. Già un’altra volta mi aveva minacciato con una pistola”. L’imprenditore che denunciò di essere stato minacciato ha risposto alle domande del pm Gesualda Perspicace e a quelle del difensore di Palmieri, l’avvocato Cristina Alfieri. Per la difesa, infatti, ci sarebbero delle incongruenze nella ricostruzione ed è stato sottolineato come lo stesso Palmieri, a sua volta, abbia denunciato Longo e la moglie, sempre per minacce.

L’imprenditore che ha parlato in aula ha anche spiegato di essersi rivolto ai carabinieri di Scoglitti, dove entrambi hanno delle abitazioni. I fatti finiti a giudizio risalgono a quattro anni fa. Nel corso del dibattimento saranno sentiti altri testimoni.

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