Morti e gravi patologie all’impianto clorosoda, diversi operai dai giudici civili: chiederanno un risarcimento

 
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Gela. Per loro il procedimento penale si è fermato alla fase dell’incidente probatorio, conclusosi nel gennaio di un anno fa.

L’azione civile. Molte contestazioni mosse dai magistrati della procura, infatti, sono risultate oramai prescritte. Per questa ragione, diversi ex operai dell’impianto clorosoda della raffineria Eni di contrada Piana del Signore e i loro familiari hanno deciso di rivolgersi ai giudici civili. In questo modo, chiederanno di ottenere un chiaro riconoscimento del nesso tra le gravi patologie contratte e l’esposizione, quasi quotidiana, a pericolose sostanze lavorate nell’impianto, successivamente chiuso. Alcuni di loro, per il tramite dei legali di fiducia, hanno già provveduto a depositare i ricorsi. Una scelta, quella di tentare la carta della giustizia civile, dettata anche da una seconda, e più recente, perizia commissionata dai magistrati della procura, proprio nel tentativo di delineare la connessione tra attività lavorativa nell’impianto e patologie contratte. In totale, sono circa ventiquattro le posizioni di ex operai che, in base ai dati tecnici e alle valutazioni degli esperti, risulterebbero collegabili a patologie generate proprio dall’esposizione a sostanze molto pericolose, dal mercurio all’acido solforico passando per cloro e benzene. Dopo l’incidente probatorio, solo il caso di Salvatore Mili è rimasto in piedi, perlomeno sul fronte del procedimento penale. L’operaio morì dopo venticinque anni di servizio in raffineria e nell’impianto clorosoda. A gennaio, è stata fissata l’udienza preliminare nei confronti di Antonio Catanzariti, Giovanni La Ferla, Pasqualino Granozio, Gregorio Mirone, Giancarlo Fastame, Giorgio Clarizia, Ferdinando Lo Vullo, Giuseppe Genitori D’Arrigo, Francesco Cangialosi, Arturo Borntraeger, Giovanni Calatabiano, Giuseppe Farina e Salvatore Vitale. Nel corso dell’incidente probatorio, non mancarono contrati tra i componenti del collegio peritale e i legali dei lavoratori esposti. I periti, comunque, non nascosero che, soprattutto nei primi anni d’attività dell’impianto, le perdite di mercurio erano assai frequenti e le percentuali riscontrate nelle urine dei lavoratori decisamente elevate, pur se entro i limiti fissati dalla letteratura scientifica. Rispondendo alle domande delle parti civili, inoltre, i periti confermarono di non aver avuto a disposizione diversi dati relativi all’effettiva capacità produttiva dell’impianto. Tra i legali dei lavoratori e dei loro familiari, ci sono gli avvocati Lia Comandatore, Luigi Fontanella, Anna Comandatore, Filippo Spina, Vittorio Giardino, Giuseppe Fiorenza, Emanuele Maganuco, Dionisio Nastasi e Paola Savio. 

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