Protesta Rmi, “abbandonati”: “Di noi la politica si ricorda solo per i voti”

 
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Gela. Mentre la politica è distratta dai venti della campagna elettorale le emergenze sociali in città continuano a far sentire i loro effetti devastanti soprattutto sulle fasce più fragili.
E così, ieri mattina sono tornati a protestare i lavoratori del Reddito Minimo di Inserimento. Ieri una rappresentanza dei 40 operatori rimasti alle dipendenze del Comune ha chiesto un incontro chiarificatore con il primo cittadino che però si trovava fuori città.
Da ventitrè ormai svolgono servizi di pubblica utilità per conto dell’Ente, pagati dalla Regione con una indennità mensile. Non ricevono contributi previdenziali e nel loro status giuridico non sono previste ferie o malattie coperte da un normale rapporto lavorativo.
La loro indennità è pari a poche centinaia di euro, ma spesso non viene nemmeno erogata regolarmente.

A Palazzo di Città gli Rmi si occupano di servizi sociali, manutenzione, segnaletica. Chiedono che la loro stabilizzazione non sia più un semplice miraggio. Sono stanchi di essere trattati solo come serbatoi di voti da una politica che si ricorda di loro solo in occasione delle campagne elettorali.

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