“Alla cooperativa Rinascimento trattati come schiavi”, Marotta scrive ancora al prefetto

 
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L'operatore sociale Luigi Marotta

Gela. “Trattati come schiavi”. Luigi Marotta, che insieme ai colleghi della cooperativa “Rinascimento” opera nel settore della riabilitazione dei disabili mentali, rilancia un accorato appello al prefetto di Caltanissetta Maria Teresa Cucinotta. Lo fa a distanza di circa un mese dalla precedente richiesta di convocazione, indirizzata proprio alla prefettura nissena. Stipendi arretrati che non arrivano mai e contributi previdenziali non pagati. Sono solo alcuni dei diritti violati da chi gestisce la cooperativa “Rinascimento” e altre coop dello stesso tipo. Una vicenda lunghissima quella di questi lavoratori che reclamano quanto gli spetta, ormai da anni. Non si sono mai tirati indietro nell’accusare il titolare delle strutture, l’imprenditore Roberto Scordio.

Marotta chiede “l’intervento della legge” per mettere fine ad una vicenda che continua a pesare su decine di famiglie. “Le istituzioni ci hanno abbandonati”, scrive ancora Marotta. “Bisogna aspettare qualche tragedia per intervenire? – prosegue – bisogna forse morire per vedere le autorità ai funerali? Perché nessuno interviene?”. Tutti interrogativi rilanciati da Marotta e dai colleghi della cooperativa, che non riescono a trovare una soluzione valida al loro bisogno e “sono stanchi di elemosinare aiuto alle autorità”, così conclude nella missiva. Diritti violati che nessuno sembra in grado di tutelare.

1 commento

  1. Caro Signor Marotta ma perché ti lamenti?
    Non è colpa del direttore se tu hai improvvidamente deciso di mettere su famiglia (cerca di educare i piccoli a non mangiare), non è colpa del direttore se tu non hai le giuste coperture politiche ed amministrative e le giuste connivenze interessate (specie nella sanità) che potrebbero permetterti di aprire una serie di cooperative che generano di fatto reddito solo per il direttore (ed i soci occulti).
    Ed ancora non è colpa del direttore se tu muori di fame e lui cambia una macchina da 100 mila ogni due anni, non è colpa del direttore se lui è un imprenditore e tu invece un dipendente di una cooperativa (a proposito ma cosa c’azzecca un imprenditore con una cooperativa?).
    Spero invece sia colpa tua (e dei tuoi colleghi) se un bel giorno qualche magistrato di Gela di decida a guardare dentro questa torbida storia, quel giorno verrò a stringerti la mano ed a ringrazziarti!
    Sacripante

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