Archeologia e turismo? Siti fatiscenti e ritrovamenti interrati: Mulè, “scelte scellerate”

 
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La cisterna di probabile epoca medievale scoperta in via Bresmess

Gela. Lo studioso Nuccio Mulè la definisce “Caporetto dell’archeologia mediterranea”. Sono tanti i proclami su un possibile futuro turistico della città, ma la storia millenaria continua ad essere bistrattata. Siti archeologici quasi del tutto inaccessibili, aree fatiscenti e adesso anche i recenti ritrovamenti destinati a ritornare sottoterra. La politica ha del tutto dimenticato il valore dell’archeologia e della storia locale e così tutto rimane al palo, sottoterra oppure ricoperto da sterpaglie e incuria. Mulè ha passato in rassegna gli “orrori” prodotti dal disinteresse e dalla totale assenza di risorse finanziarie per la valorizzazione del patrimonio storico. Praticamente, non si salva niente. Allo stesso tempo ha deciso di scrivere al ministero dei beni culturali, al presidente della Regione Nello Musumeci, all’assessorato regionale competente, alla soprintendenza di Caltanissetta e al commissario Rosario Arena. “Pur comprendendo le difficoltà che esistono per la salvaguardia dei beni culturali nella nostra isola – scrive – si rimane perplessi per la posizione incomprensibile delle istituzioni in merito alla scelta di interrare gli ultimi ritrovamenti che sono stati effettuati in città, in particolare la necropoli greca in via Genova, e si resta ancora increduli quando si parla di sostituirne la fruizione con dei cosiddetti totem che poi, secondo alcuni, dovrebbero richiamare i turisti. Non si possono sottovalutare le raccomandazioni dell’Unesco sulla fornitura regolare e continua di fondi per le scoperte accidentali. A Roma, e non solo, si scava per vari motivi e quasi sempre vengono alla luce reperti archeologici; a Gela è la stessa identica cosa, solamente che nella città Eterna i reperti ritrovati si restaurano e poi si fanno fruire, qui invece sistematicamente si fanno sparire”. Importanti ritrovamenti sono affiorati durante gli scavi per la sostituzione di tratti della rete idrica. Caltaqua che li ha commissionati, però, è intenzionata a ricoprire tutto.

“Purtroppo in città negli ultimi decenni è prevalso un andazzo scellerato che ha visto l’istituzione competente sottovalutare monumenti e aree archeologiche – continua – che oggi, con la crisi occupazionale ed economica del territorio, avrebbero potuto rappresentare una risorsa importante per tentare di far ritornare la città negli itinerari turistici isolani dopo la sua netta esclusione risalente a quasi mezzo secolo fa. Città di Gela che nella posizione geografica in cui si trova potrebbe rappresentare il baricentro del turismo archeologico organizzato della Sicilia tra la parte sud-occidentale e quella sud-orientale, da Agrigento e fino a Siracusa”. “Sarebbe opportuno che la soprintendenza di Caltanissetta insistesse a richiedere la presenza istituzionale di un archeologo, forse in Sicilia è l’unica a non averlo, ma anche di un restauratore da inviare a Gela dove un notevole numero di reperti, depositati a Bosco Littorio, attende da anni un intervento adeguato. Sarebbe poi proficuo dotare il Polo Museale di un adeguato finanziamento per la valorizzazione e la corretta fruizione dei reperti del locale museo e delle aree archeologiche di pertinenza – conclude – l’interramento purtroppo non ha solamente interessato i diversi scavi archeologici, precedenti a quelli più recenti, ma anche quelli delle cripte che sono state ritrovate nel tempo durante la ripavimentazione di diverse chiese come il Duomo, Sant’Agostino, San Francesco, Carmine e San Nicola di Bari. Cripte tutte sottratte al patrimonio storico e non più fruibili. E non si vuole considerare il fatto che il disinteresse generalizzato e atavico sul patrimonio archeologico locale abbia contribuito a far diventare il nostro territorio uno dei più promettenti crocevia del traffico clandestino di reperti archeologici i quali, a centinaia, si trovano nei musei di tutto il mondo per non scrivere di quelli, a migliaia, che sono appannaggio delle collezioni private”.

2 Commenti

  1. Come mai Caltaqua è stato sponsor in passato della squadra di calcio della Nissa o si è fatto carico x la realizzazione di un giardino a San Cataldo e a GELA non si riesce a ottenere nulla da questa mulinazionale
    sarebbe opportuno che i cosiddetti politici
    convincessero la multinazionale a farsi carico della conservazione dei siti ritrovati durante i lavori ne guadagnerebbe la città
    e l’ azienda stessa in termini di immagine

  2. ‘Non conviene a nessuno far riaffiorare i reperti di Gela, e questa la verità, si fà finta di nulla perchè non li si vuole valorizzare, l’interesse è altrove

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