Area crisi, presentate dieci domande per investimenti: Lorefice, “otto in istruttoria”

 
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Gela.  L’area di crisi e gli investimenti che avrebbe dovuto assicurare, ad oggi, non hanno mai visto troppi sviluppi. Lo scorso maggio, dopo un lungo stop e la proroga dell’accordo di programma, è stata avviata una nuova fase per la presentazione di proposte di investimento. Il budget è superiore ai 21 milioni di euro. L’intero ammontare non è mai stato veramente utilizzato. Solo un investimento, nella prima fase, è stato selezionato da Invitalia. Il senatore grillino Pietro Lorefice ha effettuato una verifica. “Il 30 maggio scorso è stato pubblicato il secondo avviso per l’accesso alle agevolazioni ex lege 181/1989 per il rilancio dell’area di crisi industriale di Gela. Al suo interno c’è una importante novità – dice – la procedura a sportello che prevede la possibilità di presentare le domande di accesso al finanziamento senza una scadenza temporale, bensì fino all’esaurimento dei fondi”. Il parlamentare ha acquisito i dati attuali. “La dotazione finanziaria residua dopo il primo avviso è di 21,9 milioni di euro – spiega il senatore grillino – e ad oggi Invitalia, il soggetto gestore, ha ricevuto solo dieci domande, di cui otto in fase di istruttoria. Le altre due invece sono state rigettate, per una richiesta complessiva di 29,5 milioni di euro di agevolazioni e un incremento di addetti previsti di 48,5 unità di personale”.

I fondi non sono stati incrementati nonostante l’area di crisi abbia ventitré Comuni, su più territori. Gela è capofila. Regione e governo nazionale hanno confermato gli stanziamenti. “Gli ambiti di attività delle aziende coinvolte – continua Lorefice – sono vari e diversificati e riguardano il riciclo e il riuso, il risanamento e la gestione dei rifiuti, il packaging, l’agroalimentare, l’attività ricettiva, l’installazione di sistemi di condizionamento e i servizi di cura degli animali da compagnia. È un’occasione importante per le aziende dei nostri territori e per il rilancio delle nostre aree industriali in un periodo di forte crisi del mercato”.

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