Biviere come la “terra dei fuochi”, ora sono a rischio i 22 milioni mai spesi per il risanamento

 
0

Gela. L’area del Biviere, da anni ormai, è un territorio dove mancano del tutto i controlli e gli operatori della Riserva orientata si trovano a fronteggiare illeciti di ogni tipo. E’ una “terra dei fuochi”, come abbiamo abbondantemente spiegato, dove si bruciano scarti pericolosi e rifiuti di ogni tipo, compresi i resti delle produzioni serricole. Ci sarebbero circa ventidue milioni di euro per gli interventi di risanamento, che non riguardano solo le attività di bonifica. Di questi soldi, però, la Regione non ha mai autorizzato l’uso. “Fino ad oggi – dice Emilio Giudice della Riserva orientata – non è stato speso neanche un euro”. Un blocco totale, nonostante le terre a ridosso del lago siano sempre più in mano a pochi, che smaltiscono rifiuti e bruciano, ad ogni ora del giorno. Una bomba ecologica, come più volte spiegato da Giudice e dagli operatori che si occupano dell’area. “Ma c’è di più – continua Giudice – durante i tavoli tecnici al ministero, anche se non c’è stata un’indicazione precisa in questo senso, si è fatta strada la volontà da parte della Regione di spostare questi soldi. Sarebbe in totale contrasto con il piano di gestione e con quello di risanamento, che esistono ma non vengono attuati. Qualora la Regione autorizzasse lo spostamento dei fondi verso altri capitoli di spesa, allora potremmo anche rivolgerci ai tribunali competenti”. Tra discariche abusive e incendi che rilasciano sostanze pericolose in atmosfera, l’area del Biviere è ancora lontana dal risanamento, previsto da precisi piani approvati dalle istituzioni. “E’ una zona a rischio – aggiunge Giudice che partecipa ai tavoli tecnici – anzitutto, la discarica di idrocarburi accertata con le verifiche fatte in passato andrebbe isolata e messa in sicurezza. Ma noi chiederemo che si prevedano fasce di tutela, così da allontanare le serre dalle acque del lago. Il ministero deve imporre alla Regione l’applicazione del piano di risanamento, altrimenti chiederò il commissariamento”. Anche i corsi di acqua della zona, in molti casi, si sono trasformati in siti di stoccaggio di rifiuti pericolosi. “Quella sui fondi è una battaglia che non bisogna smettere di combattere – aggiunge – purtroppo, lo devo fare da solo e senza il sostegno dell’amministrazione comunale, che invece sembra seguire la linea della Regione”.

Dopo uno degli ultimi tavoli tecnici al ministero, è stata chiesta a Giudice una dettagliata relazione sullo stato dell’intera zona. Al ministero, pare non sapessero praticamente nulla, nonostante Gela sia da decenni un sito classificato come Sin. I tecnici di Arpa, in queste settimane, hanno effettuato una serie di rilievi. “Mi è stato chiesto di mappare i terreni usati come discariche abusive – conclude Giudice – faremo anche questo, pur non essendo di nostra competenza. Come al solito, ci chiedono di andare avanti, ma sempre da soli”.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here