Blitz “Boomerang”, in appello anche la richiesta di ricusare la Corte: accolto un concordato

 
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Gela. Per gli imputati condannati in primo grado, lo scorso marzo, e coinvolti nel blitz antidroga “Boomerang”, si tornerà davanti ai giudici di appello di Caltanissetta, a gennaio. Questa mattina, le difese, quasi in blocco, hanno chiesto ai magistrati nisseni di astenersi. La Corte ha invece ritenuto di dover procedere, anche formalizzando il concordato definito dalla difesa di Gianfranco Vasile (per lui sei anni e undici mesi di detenzione a fronte degli otto anni e tre mesi del giudizio di primo grado). Uno dei coinvolti, Salvatore Graziano Biundo, ha avanzato richiesta di ricusazione. Ha dato mandato al legale, l’avvocato Salvo Macrì, che nei prossimi giorni avanzerà l’istanza. Lo stesso collegio di appello, stando alla difesa, si era già espresso alcuni mesi fa rispetto ad un incidente di esecuzione per la continuazione di altre condanne imposte allo stesso Biundo. Di conseguenza, ci sarebbe già un giudizio quasi maturato rispetto alla posizione di quello che venne indicato come una staffetta per il trasporto di droga. E’ stato fatto richiamo anche al procedimento parallelo in corso e al concordato accolto. In questo troncone, il collegio penale del tribunale di Gela dispose quattordici anni di reclusione per almeno sei capi di imputazione nei confronti di Salvatore Gambino, considerato tra i principali riferimenti del traffico di sostanze stupefacenti (è difeso dai legali Filippo Spina e Giovanni Lomonaco); tredici anni e quattro mesi di reclusione invece sono stati imposti proprio a Biundo; otto anni e sei mesi di detenzione per Rocco Carfì (rappresentato dal legale Flavio Sinatra); otto anni a Giuseppe Celona; quattro anni di reclusione per Salvatore Piva; tre anni ad Emanuele Iapichello. Tutte le decisioni sono state impugnate.

Sempre oggi, la Corte d’appello ha affrontato un ulteriore filone scaturito dalla stessa indagine condotta dai carabinieri. Nel giudizio di appello bis, dopo il no ai concordati, dalle difese sono state avanzate più richieste di astensione e anche di ricusazione. In aula, comunque, si tornerà già la prossima settimana. In quest’ultimo caso, tutti gli imputati avevano optato per il giudizio abbreviato e la Corte di Cassazione dispose l’annullamento con rinvio alla Corte nissena. Furono imposti sedici anni e quattro mesi per Giacomo Gerbino, ritenuto l’organizzatore del traffico di droga; quattordici anni e otto mesi per Virgilio Terranova e Salvatore Valenti, indicati come canali catanesi della droga; dieci anni e otto mesi per il vittoriese Fortunato Vella che avrebbe assicurato l’appoggio nella zona del ragusano; dieci anni a Gaetano Renna e Bartolomeo Palmieri (in continuazione con una precedente sentenza); nove anni a Giovanni Tumino; otto anni e otto mesi a Salvatore Raniolo; tre anni e quattro mesi per Giuseppe Iapichello. L’unico al quale non veniva contestata l’ipotesi più grave dell’associazione è Carmelo Pellegra (in appello due anni e otto mesi). Tra i difensori, ci sono inoltre gli avvocati Cristina Alfieri, Carmelo Tuccio, Giacomo Ventura, Raffaela Nastasi, Vittorio Giardino, Paola Carfì, Giuliano Dominici, Davide Limoncello, Angelo Cassone, Saverio La Grua, Matteo Anzalone, Calogero Vinci, Filippo Pino e Dario Polizza Favarolo.

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