Bloccare elezioni provinciali, Comitato rompe con sindaci: “Da Greco solo sostegno politico? Che vuol dire?”

 
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Il presidente del Comitato gelese Filippo Franzone

Gela. Il ricorso al Tar per tentare di bloccare le elezioni provinciali del prossimo 19 aprile, anche se tutto potrebbe nuovamente slittare, lo porteranno avanti da soli. Lo hanno deciso i componenti del Comitato per lo sviluppo dell’area gelese e delle altre entità territoriali impegnate in questa battaglia. Da anni chiedono il passaggio alla Città metropolitana di Catania in forza dell’esito referendario e delle deliberazioni del consiglio comunale, a partire da Gela. Il recente incontro avuto con la maggioranza del sindaco Lucio Greco non li ha convinti e il primo cittadino è stato piuttosto “freddo”. Non solo Greco, ma anche i sindaci di Niscemi e Piazza Armerina non seguiranno l’azione. L’avvocato “civico” ha garantito solo un sostegno politico, nient’altro. “Ci presentiamo soli al Tar, perché i rispettivi sindaci si sono tirati indietro – dicono gli esponenti del comitato presieduto da Filippo Franzone – il sindaco di Piazza Armerina è uomo diretto di Musumeci, quindi essendo Musumeci contrario alle variazioni territoriali ed al rispetto delle volontà popolari espresse da queste comunità, anche i suoi seguaci sono contrari. Il sindaco di Gela si ripara dietro la sua maggioranza, scegliendo di non scegliere, perché in caso di voto per le provinciali potrebbe ambire al titolo di presidente del Libero Consorzio nisseno. Quindi, nessuna impugnativa, ma sostegno politico al Csag, chissà cosa vorrà dire? Il sindaco di Niscemi, fresco di nomina all’Ati idrico, anch’esso più volte sollecitato, non ha le idee chiare, ma nel dubbio non assegna nessun incarico, preferendo una posizione attendista”. La crepa tra comitato e istituzioni locali è piuttosto profonda.

“Tutti e tre sembrano rappresentare Comuni della tranquilla Svizzera, dove i problemi si risolvono quasi da soli. Purtroppo due delibere prodotte da ogni Comune, più un referendum in cui si sono espressi i loro concittadini, con spese sostenute dai Comuni che amministrano, non sono sufficienti a farli sentire parte lesa in questo procedimento – concludono – pertanto, c’è in ballo l’onore di questi territori e la difesa la devono fare i comitati, ossia i cittadini. A che serve, allora, avere un sindaco?”. All’Ars, comunque, tutto è ancora poco chiaro e le consultazioni di secondo livello, fissate per il 19 aprile, potrebbero slittare.

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