“Chimera”, per Dda ventiquattro condanne: “Ergastolo Sanfilippo e Medicea, quindici anni Brancato”

 
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L'indagine è stata condotta dai carabinieri e dai pm della Dda di Caltanissetta

Mazzarino. Due ergastoli per gli omicidi di Benedetto Bonaffini e Luigi La Bella. La richiesta è stata avanzata dai pm della Dda di Caltanissetta, Claudia Pasciuti e Davide Spina, nei confronti del boss della stidda mazzarinese, il cinquantanovenne Salvatore Sanfilippo, e della moglie cinquantaseienne Beatrice Medicea. Sono loro le figure principali della maxi inchiesta “Chimera”, che in abbreviato ha portato ad indicare un totale di ventiquattro condanne (per un complesivo superiore ai duecento anni di detenzione). I pm dell’antimafia e i carabinieri ricostruirono lo spaccato criminale di Mazzarino, controllato dai Sanfilippo, considerati capaci di gestire il mercato della droga e un vasto giro di estorsioni e armi. I due omicidi risalgono all’inizio degli anni ’90 e gli inquirenti hanno messo insieme elementi a tratti sempre più cruenti, visto il trattamento che sarebbe stato riservato alle vittime, prima di essere finite. Sanfilippo e la moglie sono già detenuti e nel giudizio abbreviato davanti al gup del tribunale di Caltanissetta sono difesi dai legali Flavio Sinatra, Agata Maira e Attilio Villa. La Dda ripercorse in maniera piuttosto dettagliata anche l’affare della droga e i mazzarinesi avrebbero avuto un rapporto privilegiato con il gelese Emanuele Brancato, già coinvolto in indagini sul traffico di sostanze stupefacenti. Sarebbe stato lui uno dei referenti degli stiddari nel mercato della droga. Nei suoi confronti la richiesta di condanna è a quindici anni di detenzione. Anche la moglie ne risponde, ma nel giudizio ordinario davanti al collegio penale del tribunale di Gela, dove sono imputati altri ventinove coinvolti. Brancato e la consorte sono difesi dall’avvocato Giacomo Ventura.

Dodici anni di detenzione sono stati chiesti per Ludovico Bonifacio, difeso dal legale Gaetano Lisi. Otto anni e otto mesi a Girolamo Bonanno, difeso dagli avvocati Flavio Sinatra e Luca Cianferoni. Undici anni e otto mesi per Massimiliano Cammarata, difeso dal legale Attilio Villa. Dodici anni e quattro mesi per Silvia Catania, rappresentata dall’avvocato Gaetano Giunta. Dodici anni a Paolo Di Mattia, con il legale Giuseppe Piazza. Dodici anni, a sua volta, per la posizione di Salvatore Di Mattia, assistito dagli avvocati Giuliano Dominici e Giuseppe Piazza. Tredici anni e quattro mesi a Gianfilippo Fontana, con gli avvocati Gaetano Giunta e Walter De Agostino. Tredici anni e quattro mesi anche per Marco Gesualdo, con l’avvocato Antonino Ficarra. Tre anni e sei mesi a Salvatore Giarratana, difeso dall’avvocato Agata Maira. Undici anni e otto mesi a Luca Guerra, con l’avvocato Elisabetta Gatto. Sei anni e otto mesi a Valentina Guerra, rappresentata dall’avvocato Stefano Gerunda. Due anni e otto mesi a Rocco Marano, difeso dall’avvocato Antonino Ficarra. Sei anni e otto mesi a Grazia Minischetti, con gli avvocati Raffaele Minieri e Stefano Gerunda. Otto anni a Giuseppe Morgana, difeso dal legale Vincenzo Vitello. Dodici anni per Melina Paternò, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Piazza. Tre anni e quattro mesi di detenzione per Gianpaolo Ragusa, difeso dall’avvocato Agata Maira. Due anni per Maria Sanfilippo, sempre difesa dal legale Agata Maira. Vent’anni per Paolo Sanfilippo, con i legali Carmelo Terranova e Giovanni Cannizzaro, considerato tra i vertici del gruppo di mafia. Sei anni e otto mesi per Salvatore Adamo Sanfilippo, difeso dall’avvocato Vincenzo Vitello. Sei anni e otto mesi a Salvatore Strazzanti, con l’avvocato Gaetano Giunta. Quattro anni e otto mesi, infine, nei confronti di Filippo Verga, rappresentato dall’avvocato Agata Maira. Gli inquirenti hanno seguito i presunti affari del clan Sanfilippo fino in Lombardia, dove avrebbe messo radici. Nel corso delle prossime udienze sarà il turno di tutti i difensori, che esporranno le loro conclusioni. Per i pm della Dda, il quadro investigativo è da confermare in toto.

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