Confisca beni a 67enne, “non ci sono nuovi elementi per revoca”: no Cassazione a ricorsi

 
0

Gela. Non ci sono condizioni nuove che possano incidere sulle ragioni della confisca di una parte di beni di proprietà del sessantasettenne Salvatore Murana e dei suoi familiari. I giudici della Corte di Cassazione hanno pubblicato le motivazioni che li hanno portati a respingere i ricorsi proposti. La confisca di una parte dei beni riconducibili a Murana e ai familiari risale ad undici anni fa. Sia il tribunale di Caltanissetta che la Corte d’appello avevano già respinto la richiesta di revoca. Secondo la difesa, nel corso del tempo sarebbero stati accertati nuovi elementi tecnici, tali da consentire di valutare in maniera diversa la riconducibilità dei beni ai redditi di Murana e della famiglia. In primo e secondo grado, però, i giudici nisseni hanno escluso la sussistenza di nuove risultanze. Si sarebbe invece trattato di una diversa “valutazione di dati già sottoposti al vaglio dei giudici della prevenzione”. La confisca scattò perché Murana, secondo gli investigatori, è stato vicino al gruppo della stidda, seppur nel corso del tempo abbia ottenuto sentenze di assoluzione. Una condanna definitiva arrivò per i fatti dell’inchiesta “Mizar”. Svariati beni gli sono stati restituiti ma per quanto concerne quelli al centro del ricorso proposto in Cassazione, secondo i magistrati non sussistono nuove condizioni che possano mettere in discussione quanto già deciso nei precedenti gradi di giudizio.

“I ricorsi hanno reiterato la deduzione secondo la quale la richiesta di revoca era fondata su recenti consulenze tecniche, così rimanendo nell’ambito di una argomentazione di merito e senza alcuna specifica critica funzionale ad una censura di assenza o mera apparenza della motivazione”, così scrivono i giudici nelle motivazioni rese pubbliche.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here