“Consiglieri ed ex volevano sfiducia per interessi personali”, Greco: “Mi sento ancora sindaco”

 
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Il sindaco Lucio Greco

Gela. “Mi sento ancora il sindaco di questa città. Ho dato tutto e dedicato le mie forze al mandato. Per la città, ho abbandonato professione e famiglia. Mi sono dimesso per evitare il baratro”. L’avvocato Lucio Greco, questa mattina nel suo studio professionale, ha ancora una volta parlato di dimissioni arrivate principalmente per evitare che la sfiducia aprisse le porte al commissariamento, in una fase assai difficile per gli equilibri finanziari dell’ente. “Ritirare le dimissioni? È presto per dirlo – ha detto – tutto dipenderà dal lavoro in corso e dagli atti finanziari”. Greco, lunedì in aula, avrebbe voluto confrontarsi con l’assise civica. Un intervento articolato era già pronto ma l’evolversi della situazione lo ha spinto alle dimissioni, dopo un teso confronto con i suoi. “Trovo paradossale – ha continuato – in una situazione così grave, che ex consiglieri e consiglieri ancora in carica abbiano obbligato alla sfiducia, solo per interessi personali che io ho contrastato. Di politica non c’è nulla”. Soprattutto dai partiti regionali si sarebbe aspettato ben altro. “Tutto questo è avvenuto – ha precisato – senza che i partiti regionali e i deputati che siedono in commissione antimafia mi abbiano convocato per spiegare la situazione”. Il sindaco non ha mai nascosto che le vicende dell’inchiesta sull’Ipab “Aldisio”, che ha coinvolto due esponenti di Fratelli d’Italia (l’ex consigliere Bennici e l’attuale consigliere Scerra) possano aver inciso. L’avvocato si è sempre schierato in direzione di un ritorno alla gestione pubblica della casa di riposo.

“Gli errori politici possono esserci stati – ha detto ancora – nessuno è perfetto. I voltagabbana che hanno lasciato la maggioranza hanno indebolito l’azione della nostra amministrazione. L’indebitamento dell’ente l’abbiamo scoperto con un’operazione verità. È una situazione non determinata dalla mia amministrazione ma è risalente nel tempo. Senza un piano di riequilibrio, il Comune rischia il fallimento. Noi abbiamo lavorato in modo scrupoloso, sempre. Sono sereno verso i cittadini. Stiamo facendo tutto quello che è possibile. Non ci siamo mai risparmiati e con un organico ridotto e senza un dirigente a tempo pieno”. L’avvocato pare ancora parlare da capo dell’amministrazione e nei prossimi giorni potrebbero esserci sviluppi. Quasi tutto dipenderà dal percorso del rendiconto 2021 e dalle interlocuzioni in atto con la Corte dei Conti. Dal centrodestra della sfiducia sembra abbia definitivamente preso le distanze, come ribadito dai suoi lunedì in aula consiliare. I “responsabili” hanno costruito l’exit strategy delle dimissioni e potrebbero rivelarsi decisivi, ancora una volta, in vista delle prossime tappe amministrative. L’avvocato riflette e rimane convinto che quanto accaduto sia del tutto estraneo alle dinamiche politiche.

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