“Crisi e questione morale aperte”, Di Cristina: “Patto per la città, Pd non sia solo sesta stella”

 
1
Peppe Di Cristina

Gela. Tutto rimane aperto e a questo punto le scelte del Pd potrebbero essere alla base di una “terza via” oppure del rafforzamento dell’agorà che ha indicato il candidato a sindaco Terenziano Di Stefano. Ci sono comunque diverse opzioni sul tavolo, compresa quella che porta all’ex parlamentare Ars Miguel Donegani, dirigente dem e candidato con le liste di “PeR”, Sinistra italiana e “#2029”. Nei prossimi giorni, qualche sviluppo dovrà per forza esserci. Il commissario Giuseppe Arancio è chiamato ad individuare la soluzione per un partito che non può fallire l’appuntamento con le amministrative. Peppe Di Cristina, ex segretario provinciale e attuale componente della direzione nazionale del Pd, ritiene in ogni caso che si parta dai temi. “Siamo in una fase veramente emergenziale per la città – dice – un dato mi pare evidente. Registriamo uno spopolamento al culmine di due bolle occupazionali che a breve verranno meno, mi riferisco ai cantieri del 110 per cento, ormai quasi del tutto conclusi, e ai lavori del progetto “Argo-Cassiopea”, in chiusura nei prossimi mesi. In questi ultimi anni, hanno contribuito a dare occupazione. Sono però a scadenza. Cosa accadrà alla città nei prossimi anni? Ritengo si debba ragionare in prospettiva. Dobbiamo dare una visione concreta. Vorrei capire quale città avremo tra vent’anni? Sarà ancora un polo industriale oppure passerà al turismo o ci saranno altre soluzioni? Questi temi stanno sfuggendo nel dibattito attuale”. Su un piano più pratico, Di Cristina non mette in discussione la guida del partito locale. “Cosa farà il Pd? La decisione spetta al commissario Arancio – aggiunge – io la rispetterò, qualsiasi possa essere”. Per l’esponente dem non si può trascurare l’attuale contingenza, fatta di crisi economica e di una preoccupante flessione finanziaria del municipio. “A maggior ragione, sono convinto che serva un grande patto per la città con una presenza forte dei partiti – aggiunge – dell’agorà non ci convince il metodo di scelta. Non abbiamo nulla contro le persone. Il candidato a sindaco deve essere una personalità che sappia unire competenza e tensione morale ma che abbia a supporto anche una classe dirigente capace di intrattenere rapporti istituzionali a Palermo e a Roma”. Già in passato non aveva mai trascurato il punto e lo riprende in un periodo comunque delicato per il territorio. “La questione morale è viva – dice inoltre – è preoccupante che su quanto accaduto al bene confiscato, dato alle fiamme, nessuno o quasi sia sia espresso. Lo ha fatto il nostro riferimento regionale Barbagallo e devo dire che ho apprezzato le parole del sindaco Greco, anche se non ho più alcun legame politico con quel progetto”. Il patto per la città, secondo Di Cristina, potrebbe essere ancora più inclusivo dell’agorà, mettendo insieme il campo largo, richiamato pure dal segretario nazionale Schlein, e le esperienze che vorranno appoggiarlo. “Purché ci sia sempre coerenza”, precisa.

Dalla sanità che stenta ai definanziamenti sempre più frequenti, per Di Cristina le emergenze si susseguono. Non mette veti né dà soluzioni predeterminate. Una conclusione però è già piuttosto matura. “In un campo largo il Pd non si può limitare a fare la sesta stella, questo credo debba essere chiaro a tutti”, conclude. Nessun no a prescindere alla coalizione di Di Stefano o ad altre soluzioni “coerenti” con il percorso del Pd, ma serve che il partito prenda una posizione precisa in uno scacchiere locale piuttosto frastagliato.

1 commento

  1. Dite le stesse cose da 6 mesi. Ma vi rendete conto che la gente non è Stupida, state facendo di tutto per perdere le elezioni accecati dal Vostro Ego. Il Vostro tempo è finito, lasciate il partito e fate in modo ce si possa ricostruire dalla fondamenta.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here