Crisi governo affossa il tavolo su protocollo di intesa: giunta e sindacati, “può saltare tutto”

 
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Giunta e sindacati hanno scritto al premier e ai ministri Di Maio e Costa

Gela. Con il governo ormai ai titoli di coda, c’è preoccupazione sia in municipio che tra i sindacati. Il tavolo sul protocollo di intesa di cinque anni fa rischia di saltare, ancora prima dell’inizio. La scorsa settimana, giunta e sindacati hanno scritto al premier Giuseppe Conte e ai ministri Luigi Di Maio e Sergio Costa. Chiedono lo sblocco della proroga Via per la base gas di Eni (i cantieri sono fermi), ma anche la riattivazione del tavolo sugli sviluppi del protocollo di intesa del 2014, che tra le altre cose è il punto di riferimento anche per i 32 milioni di euro delle compensazioni. Adesso, però, a Roma le priorità sono altre. “Non abbiamo ricevuto nessuna risposta dopo la richiesta di convocazione – dice il vicesindaco Terenziano Di Stefano che ha la delega allo sviluppo economico – preoccupati? Certo che lo siamo. Adesso, è importante che tutti i parlamentari del territorio facciano pressione sui loro riferimenti politici nel governo. Spero possa farlo anche il senatore Pietro Lorefice, che chiaramente contatteremo. Non credo, comunque, che in situazioni di questo tipo serva essere contattati. E’ uno stato di cose molto grave. Dal punto di vista del governo, la vicenda dell’investimento sulla base gas potrebbe sembrare ben poca cosa, ma per il tessuto economico locale è fondamentale”. Lorefice ha già spiegato che l’iter lo segue da tempo, a stretto contatto con i ministeri, senza nascondere i dubbi sulla tempistica scelta da Eni per richiedere la proroga della Via, praticamente a ridosso della scadenza.

Che tutto possa saltare non lo nega neanche il segretario confederale della Cisl Emanuele Gallo, tra i firmatari della richiesta indirizzata al governo nazionale. “Il rischio c’è – spiega – i ministri interessati, però, dovrebbero apporre la loro firma solo su una proroga della Via. Non c’è un’istruttoria da iniziare e inoltre la commissione tecnica ha già dato parere favorevole. Probabilmente, non hanno ancora autorizzato per ragioni di tipo politico. Senza l’investimento della base gas, diretto e indotto potrebbero implodere. Le segreterie nazionali di categoria, non a caso, hanno a loro volta scritto al premier e ai ministri. Anche i parlamentari del territorio devono fare di tutto per evitare il peggio. C’è un problema reale nel nostro territorio e senza l’investimento di “Argo-Cassiopea”, potrebbe nuovamente montare la tensione sociale. Una firma, invece, eviterebbe questa prospettiva”. Leghisti e grillini, nelle ultime ore, non se le sono mandate a dire e la fine della loro esperienza di governo potrebbe avere ripercussioni molto pesanti sugli ultimi pezzi rimasti di un puzzle economico locale piuttosto malmesso.

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