Crisi idrica, per le campagne si apre la via delle acque reflue: emesso il decreto attuativo

 
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L'acqua sversata da Disueri

Gela. Potrebbe essere un’opportunità concreta per l’intero comparto agricolo locale, da anni affossato dall’assenza di fonti idriche affidabili e ora scosso dalla siccità. L’assessorato regionale all’energia, dopo una lunga attesa durata circa due anni, di recente ha rilasciato il decreto attuativo per l’uso delle acque reflue, in agricoltura e non solo. Era il passo necessario a seguito della legge varata dall’Ars, appunto nel 2022. Gli agricoltori locali, che devono già scontare il prezzo di infrastrutture assenti e di un Consorzio di bonifica a scartamento ridotto, hanno aderito alle recenti proteste degli operatori del comparto. Sul piano locale, spingono per approvvigionamenti idrici finalmente costanti. Gli interventi per ripristinare la piena efficienza delle dighe non sembrano affatto dietro l’angolo. Il ciclo delle acque reflue, invece, viene visto come una soluzione a portata di mano e assai concreta, data inoltre la fase attuale che sta concretizzando il rafforzamento del sistema di depurazione locale. Diverse forze politiche hanno mantenuto un dialogo costante con gli uffici regionali, tra queste il Pd e il gruppo vicino all’ex presidente della Provincia Pino Federico.

L’amministrazione comunale ha tentato di imbastire tavoli tecnici con la Regione, con la finalità di non perdere il filo del discorso sulle dighe. L’acqua invasata troppo spesso finisce in mare proprio per evitare rischi di tenuta delle strutture. Il decreto attuativo autorizza a pieno l’uso delle acque reflue affinate. Quella agricola è solo una delle finalità indicate nel provvedimento che riporta la firma dell’assessore Di Mauro.

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