Dati riservati da due carabinieri, Cassazione conferma condanna per il boss Rinzivillo

 
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Gela. Le motivazioni sono state depositate e la Cassazione conferma la condanna di appello che lo scorso anno venne emessa per il boss sessantatreenne Salvatore Rinzivillo. Nove anni e quattro mesi di reclusione per aver acquisito dati riservati dai sistemi informatici in dotazione alle forze dell’ordine, attraverso due carabinieri, a loro volta coinvolti e condannati nel filone di inchiesta “Extra fines” che partì proprio dagli approfondimenti su Rinzivillo. I magistrati di Cassazione non hanno accolto il ricorso del difensore, l’avvocato Roberto Afeltra. Rinzivillo era accusato inoltre di corruzione. In primo grado, il collegio penale del tribunale di Gela dichiarò la responsabilità dell’imputato, imponendogli dieci anni di detenzione. Entità della pena rivista in secondo grado dalla Corte d’appello nissena: non fu riconosciuta la recidiva. Secondo la difesa del boss, non ci furono rapporti con i due militari dell’arma finalizzati ad acquisire informazioni riservate. Le accuse sono state confermate dai giudici romani.

Rinzivillo, ristretto al 41 bis, è già stato condannato in via definitiva nel filone della maxi inchiesta “Extra fines” e in quello dell’indagine “Cleandro”.

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