Denaro e regalie per gli appalti dei servizi sociali, nell’inchiesta anche una gara del Comune

 
0

Gela. Nell’inchiesta condotta dai pm della procura di Palermo e affidata ai carabinieri di Partinico, sono emerse tante situazioni ritenute anomale nell’aggiudicazione di gare d’appalto, in diversi Comuni dell’isola, nell’ambito dei servizi sociali. Tra i punti sviluppati, anche quello di un presunto aggiustamento di una gara per il Comune di Gela. L’indagine è tutta incentrata sulla cooperativa sociale “Nido d’Argento” e sui vertici che hanno operato in questi anni. Si tratta di una coop da notevoli fatturati e con presenza in diverse aree dell’isola. Il gip, nell’ordinanza, parla di un sistema ben rodato, incentrato su rapporti ritenuti illeciti tra i riferimenti della cooperativa e funzionari pubblici, soprattutto nei Comuni e negli enti che affidavano importanti gare. Quella per il Comune di Gela era un’aggiudicazione da oltre 380 mila euro. Per conto di “Nido d’Argento”, a seguito di rapporti consolidati con il presidente Giuseppe Gaglio (raggiunto da provvedimento di custodia cautelare in carcere) sarebbe intervenuto l’ex sindaco di Partinico Salvatore Lo Biundo. Secondo i pm palermitani, sarebbe stato lui a far pervenire circa duemila euro al presidente della commissione che aggiudicò l’appalto a “Nido d’Argento”. I soldi sarebbero arrivati ad Antonio Geraci, che fa parte dell’elenco di esperti per la costituzione delle commissioni di aggiudicazione degli appalti. Albo al quale si rifà l’Urega. Quella per conto del Comune di Gela sarebbe stata una delle gare indicata in una sorta di libro mastro trovato dagli investigatori.

Gli arresti in carcere sono stati eseguiti per Giuseppe Gaglio (61 anni, di Partinico), Massimiliano Terzo (43, di Palermo) e Gaetano Di Giovanni (61, di Raffadali); ai domiciliari Giuseppe Chiaramonte (45, di Palermo), Francesco Chiavello (62, di Partinico), Salvatore Lo Biundo (54, di Partinico, ex sindaco), Maria Pia Falco (67, di Marsala) e Aldo Raimondi (65, di San Cataldo). Sospensione per altri tre indagati. Secondo gli inquirenti, i vertici di “Nido d’Argento” avrebbero assicurato denaro e regalie ai funzionari comunali, e non, che si occupavano dei settori di riferimento della cooperativa. Ci sarebbero state infine assunzioni di favore.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here