Dubbi sul capitello arcaico, esperti scettici: è solo un “mediocre manufatto”?

 
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Il capitello ritrovato

Gela. Il dibattito si è accesso sui social network, coinvolgendo però studiosi ed esperti di archeologia. Alcuni di loro, mettono in serio dubbio la datazione del capitello ritrovato in via Sabello e le affermazioni dell’assessore regionale leghista Alberto Samonà, che ha parlato di “scoperta eccezionale”. “La prima cosa che salta agli occhi è che è brutto e non possiede la bellezza dei capitelli ionici, che risalta in ogni particolare a prescindere dal manufatto a cui appartengono –  ha spiegato all’Agi lo storico dell’arte e presidente di “Italia Nostra” Leandro Janni – mi fido della mia capacità di analisi. Si tratta di un mediocre manufatto, risalente probabilmente al secolo scorso. Il modulo e la plastica si discostano nettamente dai modelli greci. E inoltre, non si tratta di un capitello ma di un semicapitello. Dunque, si è presa una cantonata? Molto probabilmente. E d’altronde, non è la prima volta che ciò accade. Vedi la recente vicenda del gruppo bronzeo della Biga di Morgantina o quella, meno recente, delle false teste di Modigliani”. Come riportato da Repubblica-Palermo, anche la docente universitaria Flavia Zisa è piuttosto scettica. “Nè il modulo nè la plastica sono greci e tantomeno arcaici – ha detto ancora ad Agi – mi sembra una mensola del primo ‘900. Ne ho visto la foto, non può essere greco”. Sulla stessa linea, è Dario Palermo, docente di archeologia all’Università di Catania. “Io penso solo – ha scritto in un commento a un dibattito tra esperti su facebook – che prima di fare entusiastici comunicati stampa, specialmente quando non balza immediatamente agli occhi il significato di un rinvenimento, bisognerebbe ponderare bene le cose e consultarsi con chi ha più esperienza. E’ il risultato della forzata trasformazione di quei pochi tecnici che rimangono nelle soprintendenze in burocrati”.

Più possibilista è il critico d’arte Paolo Giansiracusa. “Si tratta del capitello di una parasta. Si vede in modo chiaro la parte che andava incastrata all’interno della muratura. Dallo spessore si evince che non era solo un rivestimento decorativo ma faceva parte di un elemento strutturale portante. Per la datazione si dovrebbe analizzare il pezzo dal vivo. Intanto pulirlo dalla fanghiglia per capire il tipo di intaglio scultoreo. Dagli aspetti materici – ha spiegato – si evince con chiarezza quale sia stata la strumentazione utilizzata. Se è un elemento classico gli archeologi mi insegnano che si deve analizzare il sito. Se è un elemento neoclassico si fa prima a capirlo guardando ciò che resta dell’architettura dell’800 nell’abitato. In ogni caso occorre visionarlo di presenza e non dalle foto”. L’assessore Samonà ha spiegato di aver ricevuto la segnalazione direttamente dalla soprintendenza di Caltanissetta.

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