Due anni fa vertenza Gela, Cgil: “Nel piano della Regione niente spazio per territorio”

 
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Giudice (al centro) insieme ai segretari Orazio Gauci (Fiom) e Francesco Cosca (Fillea)

Gela. Una vertenza aperta da quasi due anni e le indicazioni che arrivano dalla Regione sono tutt’altro che favorevoli. Non ci sono grandi spazi per le infrastrutture del territorio, nel piano presentato dall’assessore regionale Marco Falcone, nel corso di un incontro avuto con le organizzazioni sindacali. La Cgil avviò la vertenza per “sbloccare” Gela. Le infrastrutture principali, però, rimangono senza troppe prospettive. “Apprendiamo con rammarico che per la provincia di Caltanissetta niente è stato fatto e previsto in termini di infrastrutture ferroviarie e viarie e ci riferiamo nello specifico alla richiesta che più di un anno e mezzo fa attraverso la Cgil di Caltanissetta era stata avanzata con la vertenza “Gela si sblocca” – dicono il segretario confederale Rosanna Moncada e quello della Fillea Francesco Cosca – si partiva da Gela per un’iniziativa che aveva l’obiettivo di sbloccare i vari finanziamenti stanziati per uno sviluppo strutturale dell’intera provincia che comprendevano il porto, il museo archeologico, il museo del mare e soprattutto finanziamenti per l’autostrada Ragusa-Gela e per la ferrovia Siracusa-Ragusa–Gela. Da allora, solo il museo del mare è in via di costruzione, per il resto è tutto un parlare politico. Ma se da Gela partiva la vertenza perché risultava una città bloccata, per un porto da finanziare e per la circonvallazione da definire, anche per il resto della provincia tutto ancora risulta bloccato. I lavori della 640 Agrigento-Caltanissetta che vanno a rilento e una rete viaria fatta da strade che da sempre riteniamo trazzere e con ponti che continuano a crollare. Per questo, non ci fermeremo e chiederemo un incontro al commissario del Libero Consorzio di Caltanissetta”.

Secondo i sindacalisti della Cgil, proprio per territori come quello locale bisogna concentrare fondi e investimenti. “Vogliamo continuare su quelle che consideriamo le criticità più impellenti da dover affrontare e quelle dalle quali partire per quello sviluppo che avevamo tanto chiesto e sostenuto attraverso petizioni, manifestazioni e inviti al governo nazionale, regionale e al Cas. Perché una migliore e più veloce rete di circolazione di mezzi e di persone permette ad un territorio di svilupparsi senza rimanere indietro come è la nostra provincia. Un fattivo sviluppo delle infrastrutture ferroviarie e stradali è alla base di un sistema economico sano e ben strutturato che sostiene l’intera economia e la sopravvivenza delle nostre città. L’emergenza sanitaria – aggiungono Moncada e Cosca –  ha messo ancora di più in ginocchio la nostra provincia denunciando a gran voce, e a spese di tutti noi, le gravi carenze del territorio in termini di sanità e di servizi pubblici. Dobbiamo, perché possiamo, trarre benefici dalla crisi e cercare di convogliare le risorse messe a disposizione dal Pnrr, dai fondi strutturali, dai fondi nazionali affinchè ci si adoperi per progetti che guardino allo sviluppo di territori penalizzati, perché più distanti dalle aree metropolitane e messi da parte e mortificati da una politica miope e senza alcuna aspirazione”.

1 commento

  1. La colpa non è solo dei politici ma anche la vostra dove su alcuni settori lavorativi avete deciso chi doveva lavorare e chi nó, dopo che ho vissuto in prima persona il potere che avete, e poi mi parlate di legalità complimenti.
    Gela se non cambia mentalità, andra sempre peggio.

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