Favitta nella segreteria provinciale del Pd, Di Cristina ha scelto l’esponente locale

 
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Favitta (al centro) insieme ai componenti dem Sebastiano Pizzardi e Licia Abela

Gela. Era stato preannunciato alcune settimane fa, mercoledì è stato ufficializzato dal segretario del Pd Peppe Di Cristina. Giuseppe Favitta entra a far parte della segreteria provinciale dem. La scelta è ricaduta sull’esponente locale, che già da qualche tempo è attivamente impegnato tra le fila del partito. Favitta ha ottenuto la delega all’industria e alle relazioni con le parti sociali, anche sulla scorta della sua esperienza da sindacalista. E’ l’unico esponente del Pd cittadino a far parte del gruppo che Di Cristina ha selezionato in provincia. Collaborerà proprio con il segretario. Del resto, l’area di riferimento è la stessa per entrambi e Favitta ha accettato la proposta di impegnarsi attivamente con il Partito Democratico proprio durante la segreteria cittadina dello stesso Di Cristina. In questo modo, il segretario ha concluso la strutturazione degli organismi del partito, che sia a livello cittadino che sul piano provinciale, lo accompagneranno in una fase molto delicata, che culminerà con le elezioni regionali del prossimo anno. I dem, anche in città, devono sciogliere alcuni nodi, a cominciare dal rapporto politico con il sindaco Lucio Greco. Hanno lasciato la giunta lo scorso anno, ma da tempo si rincorrono voci di un possibile rientro, anche se la strada è tutt’altro che lineare. I democratici, tra le altre cose, stanno tentando di guardare al rilancio del fronte di centrosinistra e vogliono però mettere a disposizione i loro riferimenti, regionali e nazionali, per toccare ambiti programmatici ritenuti strategici sul territorio.

Anche in quest’ottica si legge la delega assegnata a Favitta, come tentativo di non abbandonare lo spirito industriale del tessuto economico locale, ma rivisto in chiave di riconversione ambientale. I rapporti con i sindacati e le altre parti sociali sono ritenuti molto importanti, anche per evitare una sorta di isolamento politico.

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