Fiamme al Coking 1 della raffineria, arrivano cinque rinvii a giudizio: l’incendio scoppiò due anni fa

 
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Gela. Finiscono davanti ai giudici del tribunale dopo il vasto incendio che, nel marzo di due anni fa, si sviluppò nell’area dell’impianto coking 1 della raffineria Eni di contrada Piana del Signore. L’incendio visibile anche all’esterno della raffineria. Cinque, tra manager e tecnici della fabbrica, sono stati rinviati a giudizio dal gup Veronica Vaccaro. Tra questi, anche l’allora amministratore delegato Bernardo Casa. In base alle contestazioni, non sarebbero state adottate tutte le necessarie misure legate alla prevenzione del rischio. L’incendio scoppiò durante le ore del mattino e fu ben visibile anche dall’esterno della raffineria di contrada Piana del Signore. Le fiamme colpirono una sezione della struttura portante e delle tubature dell’impianto nell’isola 7 nord. In questo modo, sono state accolte le richieste formulate dal pubblico ministero Lucia Lotti che, appunto, chiedeva il rinvio a giudizio degli indagati. Analoga richiesta arrivata dall’avvocato Vittorio Giardino, legale del Comune, costituito parte civile. Una scelta, quella dell’ente, legata soprattutto alla volontà di tutelare il territorio davanti ad un incidente come quello del marzo di due anni fa. I legali dei cinque indagati, però, hanno sempre escluso che le fiamme avessero potuto causare conseguenze peggiori. L’incendio, infatti, sarebbe stato mantenuto sempre sotto controllo, consentendo successivamente ai tecnici dell’azienda d’intervenire. In base alle accuse arrivate dai magistrati della procura, invece, si sarebbe corso il rischio di coinvolgere altre aree della fabbrica, comprese quelle che ospitano serbatoi di carburante. 

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